Austria: teologo, servono regole per responsabilità dei social
TRIESTE, 18 FEB - "Sembra che la radicalizzazione islamica, che prima passava per le 'moschee critiche', passi oggi attraverso internet e qualche social - si è letto di Telegram e Tik Tok - piazze libere per predicatori che acquisiscono crescente popolarità e follower. Ciò avviene attraverso video e contenuti seppur non corrispondenti a quelli che sono i valori occidentali. Ci si chiede: se queste azioni di radicalizzazione avvengono su piattaforme social a chi va attribuita la responsabilità nel caso queste attività generino azioni delittuose?" E' l'interrogativo che pone il teologo mons.Ettore Malnati, presidente di Studium Fidei, anche sulla scorta dell'attentato a Villaco. "Nella Carta di Trieste sull'Intelligenza artificiale - prosegue Malnati - abbiamo sollevato il tema della necessità definire un sistema regolatorio che individui delle responsabilità in caso di decisioni sbagliate e dannose assunte dalla Intelligenza artificiale e dagli algoritmi che determinano le attività online. Responsabilità che ricadano sia su progettisti e sviluppatori degli algoritmi, ma anche dai proprietari e gestori dell'IA o ancora i fornitori di dati". "Quanto sta avvenendo su alcune piattaforme online è un grande rischio per le nostre comunità - commenta Andrea Bulgarelli, coordinatore per lo Studium Fidei della Carta di Trieste sull'IA - e lo comprendiamo grazie ai media e all'informazione tradizionale, che continuano a testimoniare quanto sia fondamentale il ruolo dei giornalisti in carne ed ossa. Non è dai social che arrivano le notizie vere e verificate, ma dai media".
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