Italia e Estero

Assalto islamista in Bangladesh, blitz delle forze speciali

Ansia per la sorte degli italiani presi in ostaggio. L'assalto rivendicato dallo Stato islamico, torturato chi non conosceva il Corano
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È di almeno 7 morti e 13 ostaggi liberati il bilancio  dell’operazione che le forze di sicurezza bengalesi hanno compiuto in un bar a Dacca, attaccato da un commando di miliziani dell’Isis. 

Tre degli ostaggi, ha riferito Tuhin Mohhammad Masud, comandante delle unità di elite di intervento rapido del Bangladesh, «sono stranieri. Dieci sono del luogo». 

«Abbiamo ucciso sei terroristi», ha aggiunto Masud. Non è chiaro se il conteggio delle vittime comprenda i miliziani uccisi.

L’inizio dell’operazione delle forze di sicurezza era stato riferito dalle agenzie di stampa internazionali intorno alle quattro del mattino (ora italiana) e la sua fine verso le 6.30 (ora italiana). 

Non è stato ancora possibile fare un bilancio preciso delle vittime dell’assalto terrorista, rivendicato dallo Stato islamico.

«L’operazione è finita», ha spiegato Masud, senza precisare e e quanti ostaggi siano stati feriti o uccisi. «È ovvio, vi sono delle vittime», si è limitato a dire. 

Masud ha poi aggiunto che alcuni membri del commando potrebbero essere riusciti a fuggire: «Abbiamo il controllo dell’area principale in cui erano presenti, ma alcuni potrebbero essere scappati altrove», ha aggiunto. 

Un terrorista, si apprende dal canale televisivo del Times of India, è stato catturato. 

L’operazione era cominciata dieci ore dopo la presa di ostaggi ed è stata accompagnata da esplosioni e sparatorie. Almeno 8 ostaggi, tra cui un straniero sarebbero stati salvati proprio nei primi minuti del blitz. 

Il governo dello Sri Lanka ha riferito che due connazionali sono tra gli ostaggi salvati mentre non si ha al momento alcuna notizia sulla sorte dei 7 italiani che si trovavano tra i prigionieri dei miliziani. 

Alcuni ostaggi, secondo quanto ha riportato un testimone citato dal Bangladesh Daily Star, sono stati risparmiati perchè conoscevano versi del Corano mentre altri sono stati torturati. Il testimone che ha riferito questo particolare, è Rezaul Karim, padre di uno degli ostaggi, Hasnat Karim che insieme agli altri è rimasto oltre dieci ore nel ristorante di Dacca.

«Gli assalitori non si sono comportati male con i connazionali del Bangladesh - ha riferito Rezaul Karim - controllavano la religione, chiedevano a ognuno di recitare versi del Corano. Quelli che sapevano recitarli venivano risparmiati, gli altri torturati».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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