Arrestato Mimmo Lucano, ideatore del «Modello Riace»
«Ho ricevuto un colpo, come se mi avessero sparato, ho pianto per mezz'ora, è una cosa assurda. Ma non è la fine, non dobbiamo mollare. Noi stavamo sognando, volevamo portare diritti per tutti, Riace era, è e sarà un esempio meraviglioso».
Sono le parole pronunciate da Giuseppe Gervasi, vicesindaco di Riace, subito dopo l'arresto, questa mattina, di Domenio Lucano, sindaco del piccolo comune calabrese, riconosciuto in tutto il mondo come simbolo di accoglienza, accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e illeciti nell'affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.
La Guardia di Finanza ha bussato all'alba di oggi a casa di Lucano, consegnato l'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari e disposto il divieto di dimora nei confronti della compagna del sindaco, Tesfahun Lemlem, accusata degli stessi reati.
Domenico Lucano, che la rivista statunitense Forbes ha inserito tra i 30 uomini più importanti del mondo, è l'ideatore del cosiddetto Modello Riace, nato dopo lo sbarco nel 1998 di una nave con a bordo circa duecento rifugiati curdi. I migranti furono ospitati nelle case disabitate del paese, concesse loro in comodato d'uso gratuito, e i soldi stanziati dal ministero girati a cooperative, di cui fanno parte sia migranti sia riacesi. Da allora il paese si è ripopolato, i migranti non sono più andati via, hanno aperto botteghe, bar e ristoranti insieme a abitanti del luogo.
Molte le reazioni all'arresto di Lucano, operato secondo molti per la sua «disobbedienza civile» e che avviene nel giorno della nascita di Mahatma Gandhi,come ricordato questa mattina nel Consiglio regionale della Lombardia dal consigliere di Europa+ Michele Usuelli, fischiato dai banchi della Lega.
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