Applausi e canzoni in coro: i funerali di Raffaella Carrà
«Il dolore è tanto, la retorica sarebbe una facile scappatoia, ma Raffaella ci salverà dalla retorica, lei è stata tante cose ma retorica mai». Lo ha detto Frate Simone Castaldi introducendo la cerimonia funebre per Raffaella Carrà nella chiesa di Santa Maria in Ara Coeli. Un abbraccio al quale ha contribuito la folla, colorata e animata da tre generazioni, in piazza del Campidoglio, che non potendo entrare nella basilica visti i posti limitati (solo 200, ulteriormente ridotti dalle misure precauzionali) ha seguito da un maxischermo (con qualche iniziale problema tecnico) la diretta del Tg1 per l'ultimo saluto all'artista e conduttrice, scomparsa a Roma il 5 luglio a 78 anni.
Dopo il corteo funebre di mercoledì, passato per i luoghi simbolo della sua casa professionale, la Rai, e la camera ardente durata fino a stamattina che ha accolto l'omaggio di un fiume ininterrotto di persone (vip compresi, come Rosario Fiorello, Loretta Goggi, Renzo Arbore, Pippo Baudo, Renato Zero, Vladimir Luxuria, Leonardo Pieraccioni, Valeria Marini), è andata avanti l'onda di affetto: dagli applausi e gli addii gridati all'entrata del feretro, alle hit della sua carriera intonate in piazza alla fine della cerimonia.
«Grazie Raffaella - ha esordito nel suo saluto la sindaca di Roma Virginia Raggi -. Lei riusciva a parlare a tutti anche i più semplici, è un'icona che ha varcato i confini nazionali», e «credo che tutti possano concordare su un aggettivo per lei: indimenticabile». La capacità di Raffaella «di suscitare sentimenti profondi di affetto e di amore sono scaturiti soprattutto dalla sua umanità - ha detto nell'omelia Padre Francesco DiLeo -. Tutti coloro che entravano in contatto con lei si sentivano compresi e accettati nei loro valori, nelle loro opinioni, nelle loro scelte, mai da lei un giudizio sprezzante ma sempre e solo un sorriso accogliente che raggiungeva l'altro come una carezza sincera e rassicurante».
Grande emozione è nata anche dalle parole della famiglia di Raffaella, lette da Lorena Bianchetti: «Che grande donna, che grande artista, che grande persona, è stata un personaggio simbolo che ha scavalcato un secolo e un millennio. Forse solo ora vediamo quello che è stata, un regalo. È una parte della storia di ognuno di noi e del Paese» ha commentato commossa la conduttrice tv. L'applauso «anche oggi - ha concluso - è tutto per te». E uscendo dalla chiesa per accompagnare sul sagrato la semplice bara, anche i frati officianti si sono fermati ad applaudire. In chiesa dove erano stati portati i tanti omaggi floreali di questi giorni, dominati dal giallo, il colore preferito della Carrà, insieme a famiglia (in prima fila Sergio Japino), collaboratori e amici, si riconoscevano il ministro della Cultura Dario Franceschini, seduto accanto a Barbara Boncompagni, il candidato a sindaco di Roma Roberto Gualtieri, Milly Carlucci, Enzo Paolo Turchi con Carmen Russo, Serena Autieri, l'ad Rai Fabrizio Salini, il direttore di Rai1 Stefano Coletta, Gigi Marzullo, Michele Cucuzza, Massimo Lopez, Alessandro Greco.
Mentre in piazza c'era anche una delegazione della comunità Lgbtq+ e tanti fan non solo italiani, con tanto di bandiere, dal Perù alla Colombia; ultrasettantenni come Rosa, insieme al marito («Per me Raffaella ha rappresentato la grandezza nella semplicità») ma anche dodicenni come la piccola Swami, accompagnata dalla mamma: «Raffaella era molto importante per me. La mia famiglia mi ha fatto conoscere le sue canzoni, rimarrà sempre nei nostri cuori». Un abbraccio così affettuoso e forte che il feretro ha dovuto attendere a lungo e dare spazio ai tantissimi in fila per un'ultima carezza, prima di ripartire alla volta del cimitero.
Mentre a Bellaria Igea Marina, il suo paese di origine in Romagna, la vita si fermava per un'ora e mezza, il tempo per tutti di seguire i funerali in tv. Dopo la cremazione «la sua urna andrà all'Argentario, i frati si organizzeranno con Sergio Japino per un passaggio a san Giovanni Rotondo e poi ritornerà definitivamente all'Argentario», spiega alla fine delle esequie Paolo De Andreis, storico capostruttura Rai che con Raffaella Carrà ha realizzato tanti programmi. «Ci scrivevamo spesso, l'ultimo messaggio mi è arrivato quattro mesi fa. Lei non voleva si sapesse nulla della malattia. Quando si chiedeva di lei, fino all'ultimo faceva dire di essere fuori con i nipoti».
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