Italia e Estero

Appello della Commissario, 'donne denunciate, vi aiutiamo'

AA

ANCONA, 25 NOV - L'invito a tutte le donne "a non avere paura e a rivolgersi alle forze dell'ordine, perché noi ci siamo e vi possiamo aiutare" per interrompere la spirale di violenza di genere. L'appello è stato lanciato in Consiglio regionale Marche dalla Commissario Capo di polizia della Questura di Ancona, dottoressa Daniela Iscaro, nella seduta aperta dedicata alla Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne. Nel suo intervento in aula la commissario ha raccontato il caso di una ragazza che ha sporto denuncia in Questura ed è stata ascoltata e aiutata dalla polizia mediante un ammonimento del questore a colui che la perseguitava. Marta (nome di fantasia), studentessa universitaria ad Ancona, aveva iniziato una relazione sentimentale con un altro studente e coinquilino - ha riferito la dottoressa Iscaro - inizialmente non c'erano segnali preoccupanti, poi lui ha iniziato a dirle come vestirsi, cosa fare, di non uscire se non in sua compagnia e di non frequentare i vecchi amici arrivando poi ad isolarla e a molestarla con profili fake social quando lei aveva deciso di troncare la relazione diventata una "trincea". La ragazza, ha riferito la Commissario Iscaro, ha trovato "il coraggio di chiedere aiuto a noi, l'abbiamo aiutata": un ammonimento del Questore nei confronti dell'autore dello stalking ha interrotto il ciclo di violenza, facendogli prendere consapevolezza del disvalore delle condotte e della rilevanza penale. L'ammonimento, ha ricordato la Commissario, "è attivabile su istanza della vittima o d'ufficio nei casi di maltrattamento in famiglia, invece su istanza della vittima, nei casi di revenge porn o atti persecutori, qualora non sia stata già presentata una denuncia querela". "E' possibile rivolgersi a qualsiasi ufficio di polizia e presentare istanza: l'appello è rivolto a tutte le donne affinché ne parlino, affinché si diffonda una cultura della consapevolezza affinché le donne non si sentano più giudicate, non sentano più pronunciare frasi del tipo "se l'è cercata, perché non l'ha bloccato prima, l'ha voluto lei". E' importantissimo diffondere questa cultura della consapevolezza - ha concluso - affinché non ci siano anche episodi di vittimizzazione secondaria, che allontanano le vittime".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Argomenti