Italia e Estero

Angela Merkel: «La priorità è il Recovery fund entro l’estate»

La cancelliera apre il semestre tedesco in sintonia con Ursula von der Leyen
Angela Merkel ha inaugurato il semestre tedesco, in sintonia con la von der Leyen - Foto Epa/Christian Marquart
Angela Merkel ha inaugurato il semestre tedesco, in sintonia con la von der Leyen - Foto Epa/Christian Marquart
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La strada per arrivare a un accordo sul Recovery fund e il bilancio 2021-2027 è ancora lunga e piena di ostacoli. Ma l’Europa a trazione tedesca di Angela Merkel e Ursula von der Leyen non molla. E al suo esordio pubblico stupisce un po’ tutti i non germanofoni rivolgendosi prevalentemente in tedesco e senza simultanea, secondo un copione inusuale, ai giornalisti accreditati a Bruxelles.

«Deve esserci comunque per questa estate un accordo, non so immaginare un’altra variante», ha detto la cancelliera nel corso della sua prima conferenza stampa nella veste di presidente di turno dell’Ue. «Raggiungere un accordo rapido e ambizioso sul piano di rilancio europeo è la massima priorità dell’Unione per le prossime settimane» gli ha fatto eco la presidente della Commissione Ue. Quel che è certo è che nei prossimi giorni l’attività negoziale e diplomatica finalizza al raggiungimento di un’intesa registrerà un’ulteriore accelerazione.

Charles Michel, il presidente del Consiglio Europeo, ha concluso il suo primo giro di consultazioni con un colloquio con il presidente francese Emmanuel Macron. Nella seconda metà della prossima settimana Michel presenterà il cosiddetto «negobox», cioè una proposta in cui, secondo quanto si è appreso, confermerà lo stanziamento di 750 miliardi proposta dalla Commissione per il piano NextgenerationEu (il Recovery fund) e ridurrà di qualche decina di miliardi, rispetto ai 1.094 dello scorso febbraio, la dotazione del bilancio pluriennale 2021-2027 (tecnicamente chiamato Quadro finanziario pluriennale, Qfp).

Quest’ultima mossa è destinata a dare soddisfazione al gruppo dei frugali (Olanda, Austria, Danimarca e Svezia). Così come in favore dei quattro più forti oppositori di trasferimenti a fondo perduto gioca l’idea di confermare loro i rebates, sconti sul Bilancio Ue. Novità dovrebbero arrivare da Michel anche sul fronte dei criteri di allocazione dei fondi europei previsti per sostenere la ripresa. L’idea è quella di dividere il totale in due tranche. Per la ripartizione della prima, pari al 70% del totale, saranno presi come riferimento il Pil e il tasso di disoccupazione degli ultimi anni passati. Lo schema. Per la seconda, nel 2022 si prenderanno come riferimento i dati del 2020 e 2021, numeri che, spiegano gli addetti ai lavori, certificheranno non solo l’impatto dell’emergenza Covid ma anche della Brexit.

Impossibile sapere ora se questi interventi consentiranno di trovare anche un’intesa sulle quote di fondi destinati ai prestiti e ai trasferimenti, ora pari rispettivamente a 250 e 500 miliardi di euro. Un argomento che continua a essere indigesto per l’Olanda e per il suo premier Rutte. Che in un’intervista a un giornale italiano è tornato a punzecchiare il nostro Paese con una battuta: «È cruciale che la prossima volta l’Italia sia in grado di rispondere a una crisi da sola». Pronta la replica di Conte: anche stavolta «l’Italia ce la farà da sola». A parte le scaramucce verbali tra leader, a partire da lunedì la velocità e l’intensità dei negoziati è destinata a salire in modo esponenziale.

 

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