Anche i virus informatici usano un «paziente zero»
Ai tempi del Covid-19, anche i virus informatici usano un «paziente zero» per colpire le industrie e le banche italiane. Nei primi tre mesi del 2020 sono infatti spuntati i cyber-attacchi che sfruttano il tema del Coronavirus. A rilevarlo sono i ricercatori di Yoroi, in occasione dell’uscita del rapporto 2019 sulle minacce informatiche.
L’anno scorso i settori più colpiti dagli attacchi informatici in Italia sono stati il manifatturiero (19,4%), il finanziario (17,9%) e il bancario (12,7%). Le armi dei cybercriminali prendono spesso le sembianze dell’e-mail, un vettore usato nell’89% degli attacchi. Aumenta l’uso dei trojan e diminuisce quello di ransomware.
Questi ultimi sono attacchi che prendono in ostaggio i sistemi informatici di un’azienda impedendo di accedervi se prima non si paga un riscatto in bitcoin.
Provengono soprattutto da Cina, Russia, Brasile e sfruttano, nell’80% dei casi, allegati e file di Microsoft Office: documenti Word e fogli di calcolo Excel. Tra le osservazioni più rilevanti, il rapporto sottolinea come molti dei malware distribuiti sia sotto forma di e-mail che di file scaricati sono parte di una catena di infezione più complessa, in grado di installare anche più tipi di malware.
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