Alluvioni e morti, cosa può (e deve) fare l'uomo
Dopo gli eventi contemporanei di ieri, le alluvioni in Toscana e il terremoto serale nella Marsica, seppur di 3.9 di magnitudo, sono particolarmente allarmati in prospettiva. Massimiliano Fazzini, dell'Università di Camerino e Ferrara, evidenzia che «in Italia sta aumentando in maniera esponenziale il dissesto idrogeologico, e soprattutto l'associato rischio specifico per l'uomo».
La prima perturbazione di stampo autunnale ha provocato, come ipotizzato nei giorni scorsi, fenomeni meteorici estesi ed intensi, spesso di tipo autorigenerante come quelli che hanno colpito drammaticamente la citta di Livorno sotto forma di una conformazione di tipo V-Shaped. Condizioni simili si sono registrate, pur senza effetti così critici per le popolazioni, sulla costa della Liguria di Levante e nell'area metropolitana della Capitale.
Bisogna assolutamente e rapidamente «raffittire» la rete di monitoraggio, in particolare nei piccoli bacini idrografici, dove i tempi di corrivazione sono estremamente limitati, e incrociare i dati con quelli derivanti dalle misure satellitari e del radar meteorologico».
«In Italia sta aumentando in maniera esponenziale il dissesto idrogeologico e soprattutto l'associato rischio specifico per l'uomo. Ancora una volta contiamo i morti, frutto di una cattiva gestione del territorio e delle opere idrauliche spesso mal gestite ma allo steso tempo, notiamo che la popolazione non sa come comportarsi quando c'è un'alluvione o una qualsiasi altra emergenza atmosferica. Nel caso specifico di Livorno è fondamentale rivedere l'assetto idraulico della città ed in particolare del Rio Maggiore - in più punti tombinato - per tentare di arginare i frequenti ma non rovinosi allagamenti che si verificavano nell'area di Via Nazario Sauro. Neppure i recenti lavori di messa in sicurezza mediante la costruzione di vasi di espansione hanno risolto il problema, che anzi si è mostrato in tutta la sua drammaticità».
«È una situazione di allarme - denuncia ancora il climatologo Fazzini, Docente dell'Università di Camerino e Ferrara, esperto di tali fenomeni -. Le precipitazioni occorse nell'area metropolitana di Livorno sono state comprese tra 180 e 270 millimetri, valori estremamente elevati in relazione al lasso temporale in cui sono cadute, circa 150 minuti. A confermare l'abbondanza delle precipitazioni - ha continuato - si pensi che nei primi otto mesi dell'anno erano caduti in questa area cumulate simili per mediamente circa 250 millimetri, e che la precipitazione media per l'intero mese di settembre si aggira sui 100 millimetri. Se attualmente queste cumulate possono avere tempi di ritorno semi-secolari, è molto probabile che tre un ventennio esse possano divenire se non comuni piuttosto frequenti».
Gli studiosi suggeriscono quindi agli enti locali il ricorso alla realizzazione di Piani locali di Adattamento ai Cambiamenti Climatici o dei PAESC (Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile e il Clima). Un'azione che a suo giudizio «si fa quindi sempre più urgente e decisivi per pianificare il futuro delle comunità, soprattutto in relazione all'annullamento del rischio».
I Geomorfologi sono infine preoccupati anche per i versanti colpiti da incendi questa estate. «Infatti - sostengono - potrebbero esserci seri problemi come elevati rischi di frane ed alluvioni». I geomorfologi italiani ribadiscono quanto sia importante monitorare - ha dichiarato Gilberto Pambianchi, Presidente Nazionale dei Geomorfologi - e tenere sotto controllo in particolare queste aree colpite dagli incendi oltre che naturalmente tutte le altre».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato