Italia e Estero

Alluvione in Romagna, i volontari bresciani: «Si lotta contro il tempo»

Dalla Protezione civile di Pontevico: «Un lavoro bestiale: la nostra pompa da 3.500 litri al minuto è in funzione dall'altro ieri senza sosta»
  • Volontari bresciani all'opera in Emilia Romagna
    Volontari bresciani all'opera in Emilia Romagna
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Mentre è stata rinnovata anche per oggi l’allerta rossa in Emilia Romagna, anche se l’area si restringe e per le frane in Appennino l’allerta diventa arancione, continua il lavoro dei volontari bresciani nelle terre alluvionate della Bassa Romagna. Una lotta costante contro il tempo e il fango che stringe ogni cosa, mentre con il bel tempo la crosta si va solidificando e tutte le superfici appaiono coperte da uno strato consistente di limo e di sedimenti.

Volontari da Pontevico

«A questo si associa il fatto che nelle città e nei paesi, come qui a Sant’Agata sul Santerno, i residenti hanno cominciato ad ammassare i mobili, gli elettrodomestici e le suppellettili più varie compromesse dall’acqua della piena con il risultato di intasare le vie e bloccare il transito a camion e ruspe» spiega Alessandro Rossetti dei volontari della Protezione Civile di Pontevico. È il presidente del gruppo, Claudio Pellegri che descrive l’intervento: «Siamo muniti di pompe a lobi che sono costruite apposta per aspirare acqua, detriti e fango. Sei dei nostri sono stati mandati a Sant’Agata per svuotare cantine, garage e interrati. Un lavoro bestiale: la nostra pompa da 3.500 litri al minuto è in funzione dall'altro ieri continuativamente».

  • Continuano gli interventi in Emilia Romagna dopo l'alluvione
    Continuano gli interventi in Emilia Romagna dopo l'alluvione
  • Continuano gli interventi in Emilia Romagna dopo l'alluvione
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  • Continuano gli interventi in Emilia Romagna dopo l'alluvione
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A Pontevico ci sono 70 volontari, tecnici qualificati pronti a partire, ma l’attivazione riguarda per ora solo sei figure. «Abbiamo anche degli operatori di bobcat che sgomberano il fango e che lavorano incessantemente solo rispettando le 10 ore obbligatorie di riposo. Siamo arrivati domenica alle 7.30 e alle 8.10 eravamo già intenti ad aspirare» conferma Rossetti.

Oggi non ci sono stati precipitazioni né innalzamenti dei livelli dei fiumi, ora in decrescita, ma restano le condizioni di criticità idraulica rossa nella pianura bolognese, ravennate e forlivese, per la difficoltà di smaltimento delle acque esondate.

Gli ordigni

«Ieri si è aggiunto il fatto qui a Faenza che le correnti dei flutti strabordati dagli argini hanno scavato il terreno e scoperto bombe d’aereo inesplose. Noi siamo a cinquanta metri dall’argine e ci sgombreranno per disinnescarle» racconta la rovatese Marina Scardi Coppola de Almarza.

«Ieri siamo però riusciti con gli altri volontari del Cisom (Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta) a completare la liberazione di una palazzina da 2,5 metri di acqua e fango. I residenti hanno voluto mettersi in posa con noi per una foto ricordo da cui traspare tutta la felicità di aver recuperato uno scampolo di normalità». E sul fronte del lento ritorno alla quotidianità da ieri l’Enel sta lavorando sulle centraline per ripristinare l’energia elettrica. Ovviamente un ripristino parziale che riguarda solo le linee di erogazione e non i collegamenti privati.

«Le case restano ancora al buio e senza energia» spiegano i Vigili del fuoco di Brescia chiamati con le pompe a svuotare i locali allagati nelle zone più colpite. «Il nostro ruolo è di coordinamento e di gestione dell’emergenza ed è molto delicato, fatto di decisioni da prendere e misure da adottare» spiega l’ing. Alessio Giuseppe Aufierro di Brescia. Con lui sino a ieri una squadra di tecnici dei Vigili del fuoco di Chiari. «È un lavoro pazzesco, un vero disastro» hanno raccontato ieri sera. Un’esperienza in effetti che ha segnato molti.

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