All'Adunata il grazie agli alpini per lo sforzo nei mesi della pandemia
Sì, l’Adunata è ripartita, l’appuntamento più sentito dal mondo degli alpini italiani è tornato dopo due anni di attesa e l’occasione per dire «siamo ancora qua» è stata orgogliosamente colta da oltre 75mila penne nere, tra cui seimila bresciane.
Una presenza corposa, numericamente significativa nonostante la cautela imposta dal rischio di contagio che ha indotto molti «veci» a rinunciare alla trasferta in terra romagnola. Una presenza che è stata ancora una volta, ancor più che in passato, l’occasione per rivolgere agli alpini un grandissimo grazie per il loro instancabile impegno solidale, un’occasione colta soprattutto da moltissimi sindaci per esprimere pubblicamente, quasi plasticamente, la gratitudine per quanto le Penne nere hanno fatto nell’aiuto alle loro comunità nei due anni tragicamente segnati dalla pandemia.
Sul lungomare
Lo si è visto in particolare quando a sfilare sul lungomare di Rimini, finalmente baciato dal sole dopo tre giorni in cui il cui il meteo aveva «regalato» solo nubi basse e pioggia, sono state le Sezioni delle terre più duramente colpite dal Covid. Tantissimi i sindaci bergamaschi (guidati dal primo cittadino del capoluogo, Giorgio Gori), moltissimi anche i bresciani in fascia tricolore, che hanno sfilato raggruppati Sezione per Sezione (Brescia, Vallecamonica e Salò Monte Suello), idealmente condotti dal presidente della Provincia, Samuele Alghisi: «Non potevo non esserci - ha dichiarato -: ero già stato all’Adunata di Milano in questo ruolo, era giusto seguirli anche qui in questa occasione, per ringraziarli per quello che fanno nelle nostre comunità, colonna portante di un volontariato che è una risorsa davvero eccezionale per tutti i sindaci».La sfilata bresciana
La sfilata si è protratta per undici ore, con una fluidità garantita da un percorso rettilineo che ha consentito un transito molto più rapido degli alpini rispetto a quello che solitamente si registra nei centri storici delle città. I nostri hanno fatto la loro parte per quasi un’ora, da quando alle 18.37 lo striscione «Alpini della terra bresciana» è passato davanti alla tribuna delle autorità. A sfilare per prima è stata la Sezione di Brescia, guidata dal presidente Gian Battista Turrini. In apertura lo striscione «Due anni di intenso lavoro gratuito e silenzioso, viatico per il prossimo secolo», seguito poco dopo da quello che recitava «Abbiamo raccolto dai "veci", ora seminiamo ai "bocia"», a significare il senso di un impegno che vuole guardare al futuro, «sempre pronti a sporcarci le mani», come testimoniano tanti «veterani», tra i quali il «nostro» Giancarlo Buizza, che tante volte ha raccontato l’Adunata sul Giornale e anche a Rimini non ha voluto mancare.
Poi è stata la volta della Sezione Vallecamonica, presente davvero in forze, circa 1.300 partecipanti: evidentemente il neo presidente Ciro Ballardini, attraverso i suoi capigruppo, ha saputo motivare i suoi alpini, accompagnati da una quarantina di sindaci. In coda alla lunghissima schiera degli alpini camuni, l’annuncio del 52° Pellegrinaggio in Adamello, che si terrà dal 21 al 24 luglio.
A chiudere la «truppa» bresciana, la Sezione Salò Monte Suello: gli alpini valsabbini e gardesani, guidati dal loro presidente Sergio Poinelli e dal vicepresidente nazionale dell’Ana Luciano Zanelli ed accompagnati dalle loro tre Fanfare e da più di venti sindaci in fascia tricolore, hanno esposto, tra gli altri, tre striscioni in sequenza: «Tutti chiedono la pace. Da sempre l’Ana lavora per la pace».
Il no alla guerra
Del resto questo è stato uno dei fili conduttori dell’Adunata 2022, andata in scena mentre in Ucraina da più di due mesi e mezzo si sta svolgendo un tremendo conflitto. Gli alpini sono per la pace, è stato ribadito da più parti, a cominciare dal presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero. Tanti anche gli striscioni sul tema, ci piace ricordare quelli delle Sezioni di Verona («Dalla storia un monito: pace!») e di Como («Mai più la guerra, mai più», citando il discorso di Papa Paolo VI del 1965 all’Assemblea generale delle Nazioni Unite). L’auspicio è che l’appuntamento con l’edizione numero 94 dell’Adunata alpina, tra un anno a Udine, non debba ancora accompagnarsi a quelle angosciose notizie provenienti dall’Est dell’Europa. Per tutti sarebbe un’ulteriore ripartenza.
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