Alla scoperta del Vallo di Adriano: quinta tappa
Tra Vindolanda e Gisland: prosegue il viaggio degli studenti bresciani lungo il Vallo di Adriano. Ecco il racconto della quinta tappa.
«Vindolanda non è una tappa obbligata sul percorso dell'Hadrian's wall path, anche perché il suo raggiungimento prevede una deviazione non certo indifferente per noi pellegrini pagani sulle orme dell'imperatore più acculturato che la progenia dell'Impero Romano ci abbia dato. Uno spagnolo, di cultura greca, madrelingua latino. Un cittadino del mondo fino allora conosciuto. Quella che ci è stata spacciata per la Gardaland del Vallo di Adriano, è in verità una piccola gemma per conservazione e ricostruzione, che tanto avrebbe da insegnare a chi si occupa dell'immenso patrimonio culturale italiano.
Due sorprese da questa nostra visita: la prima è l'incontro con Marta, 26enne milanese, una laurea in lettere antiche, un master in archeologia all'Università di NewCastle, oggi assistente del direttore del più importante scavo archeologico di epoca romana del Regno Unito. Ha 26 anni, la cosa stupisce: le manca l'Italia, ma per farsi conoscere e soprattutto rispettare in ambito accademico, ha lasciato i suoi affetti per trasferirsi qui.
La seconda sorpresa è un'iscrizione votiva di tale Quinto Petronio Urbico, prefetto a Vindolanda e... bresciano. Un bresciano illustre qui, 2000 anni fa, a capo di un accampamento qui al Vallo. Stupefacente.
Il nostro viaggio ricomincia e siamo immersi nel Parco Nazionale del Northumberland, un paradiso per chi vuole fare "birdwatching", pratica naturalistica che prevede l'osservazione di volatili. Ma la storia di Marta ci divide: chi di noi dice che la scelta giusta è proprio la sua, che è corretto lasciare il proprio paese che però non ti valorizza, chi di noi invece dice che fa male vedere una persona costretta a lasciare il proprio paese, e che le cose, sicuramente, dovrebbero, anzi, devono cambiare.
Forse perché per lunghi tratti ognuno passeggia in solitudine, forse perchè è solo il vento a sussurraci alle orecchie, ma oggi come mai il viaggio si è fatto riflessione, si è fatto introspezione. Forse è proprio così, per conoscere meglio se stessi bisogna andare alla scoperta di qualcosa di nuovo, di insolito, di inimmaginabile. Questo è quello che sta accadendo ad ognuno di noi: più conosciamo e più ci conosciamo.
Un'iscrizione sopra una panchina recita "in memoria di un giorno di sole lungo il vallo di Adriano": le nostre grasse risate, perchè questa è la verità, si tramutano proprio nella verità. Ed è impossibile oggi togliere l'antivento, perché il tempo è troppo "mixed", troppo variabile, e quando esce il sole diventiamo delle vere e proprie serre ambulanti, delle saune in carne ed ossa. E sarà anche per questo che qualcuno ad un certo punto ha una visione: come Fantozzi vide San Pietro sulla traversa della porta, durante la famosissima partita scapoli contro ammogliati, presagio della fine dell'incontro, cosi qualcuno ha visto, sulla sommità di una rupe, l'imperatore Adriano in carne ed ossa che indicava, e per fortuna, la fine del percorso di odierno.
Improvvisamente ci troviamo a Gisland e, ancora più improvvisamente, la prima casa del paese è anche il nostro alloggio: un cottage ottocentesco costruito sulle fondamenta del vallo e all'ombra di un castello medievale. Fantastico, soprattutto perché l'esperienza di dormire sul vallo ci mancava, fino a stanotte. La cena ci ricarica, e finalmente riusciamo a mangiare agnello, in barba alle centinaia di migliaia incontrati in questi giorni, e che per chilometri e chilometri ci hanno tentato. Prima di dormire, incuranti del tappone che ci aspetta domani, c'è tempo per una corsa nei verdi campi nel tentativo di abbracciare un agnello. Alla fine dei conti, sono così teneri... e succulenti... e saporiti...».
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