Italia e Estero

Alla scoperta del Vallo di Adriano: quarta tappa

Prosegue il racconto degli studenti bresciani impegnati in un percorso di archeotrekking lungo il Vallo di Adriano
  • Alla scoperta del Vallo di Adriano: quarta tappa
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Prosegue il racconto degli studenti bresciani impegnati in un percorso di archeotrekking lungo il Vallo di Adriano. Ecco il racconto della quarta tappa

«Ripartiamo da Chollerford ben riposati, con il nostro zaino sulle spalle e il pranzo al sacco preparato da Mildred. E per fortuna che avevamo con noi questo "packed lunch" perché, per ben 25 chilometri, che ci separano dalla nostra meta, non avremmo incontrato nulla. Non un pub, non una macchinetta self service, niente di niente. Soltanto il verde dei prati inglesi, greggi di pecore e il nostro muro, costeggiato dal suo vallo, costellato da torrette di avvistamento ogni miglio, quasi a segnare il passo del viandante, e la vedetta della sentinella.

Sul percorso incontriamo tre viaggiatori, come noi, incontrati ieri sera al pub: sono un inglese, un gallese e una romena. Sembra una barzelletta, ma davvero sono partiti dal Galles per intraprendere il nostro stesso cammino, e come noi sono un gruppo eterogeneo, profondamente diverso. Ma dalla diversità nasce la gioia della condivisione, delle diverse storie, dei diversi aneddoti, delle tante strade delle tante vite che qui, per qualche giorno, si intersecano sullo stesso sentiero. 

Il paesaggio odierno è incredibilmente bello: centinaia e centinaia di metri di muro ininterrotto, in un continuo saliscendi su queste colline, un continuo "up and down" nel vivo della storia, camminando accanto al muro, attraverso il muro e sul muro. Anche i più integralisti di noi, quelli che dicevano agli altri che "camminare sul vallo è severamente vietato", hanno ceduto al loro comandamento morale, non resistendo a godersi la vista da qui, da un po' più sù, più vicino a questo cielo ceruleo, con piovose carichissime greggi di nuvole, che tanto somigliano alle greggi che brucano la tenera erbetta. 

Noi ed il Vallo, noi ed il Muro: alla nostra destra pascoli collinari a perdita d'occhio, alla nostra sinistra la stessa cosa. Il sole, troppo timido, quando fa capolino ci abbaglia nel suo splendore. La pioggia, compagna di viaggio, ci sferza per qualche ora, ed il vento rende le gocce ancor più pungenti. Il forte di Housesteads ci fa ben capire come doveva essere la vita di 800 legionari al confine, lontani come noi da casa e non per il piacere della scoperta, ma per dovere. L'asfalto di Once Brewed ci distrugge i piedi, quando i nostri piedi avevano camminato per 25 chilometri su un soffice tappeto verde. Once Brewed non è altro che il Twice Brewed, l'albergo dove alloggiamo. 

In sala da pranzo ritroviamo i nostri tre amici, quelli della barzelletta, e anche altri quattro belgi, conosciuti nella stessa occasione. Ah, la condivisione. Ah, facce conosciute, visi amici. Durante la cena parliamo del nostro diario, di chi ci segue, di chi manda complimenti dall'Italia alle signorine. Curiose, loro, che vorrebbero conoscere i mittenti di tali carinerie. Perfidi, loro, che ricordano che si dice il peccato, non il peccatore. Domani ci spetta quello che le guide definiscono la parte più suggestiva del cammino, ancor più di oggi. Fremiamo solo all'idea. Una cioccolata calda istantanea, un briefing e via. Sappiamo che il Milan ha vinto, possiamo dormire tranquilli, anche gli interisti». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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