Agnese Moro e Adriana Faranda, colloquio su carcere e giustizia
ROMA, 23 FEB - Adriana Faranda e Agnese Moro hanno aperto il primo degli incontri organizzati dalla Pastorale carceraria della diocesi di Roma. La figlia di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate rosse, e una delle componenti del gruppo che lo ha rapito, tenuto in prigonia per 55 giorni e poi ucciso, si incontrano dal 2009 nell'ambito di un percorso di giustizia riparativa. "La giustizia riparativa secondo me è avere a che fare con l'irreparabile - racconta Agnese Moro - l'irreparabile è anche pericoloso perchè trattiene il passato. Il passato non passa mai", racconta la figlia del presidente della Democrazia cristiana, secondo la quale "tutti i giorni mio padre esce di casa, viene rapito, le care persone della scorta vengono uccise, resta prigioniero e viene ritrovato ucciso 55 giorni dopo. Questo porta con sé tanti sentimenti, tra cui anche il senso di colpa di non averlo salvato". Adriana Faranda spiega come sentisse il bisogno di incontrare Agnese Moro, per confrontarsi con il proprio passato e con "il dolore che c'era negli altri". "Solo chi ha provato un dolore come quello di Agnese può paradossalmente capire quello che ho provato io. Sono dolori diversissimi ma che si accomunano, io mi sono sentita compresa da Agnese come da nessun altro", ha detto l'ex brigatista. L'incontro, seguito da un centinaio di persone, si è tenuto presso il Pontificio seminario maggiore in piazza San Giovanni in Laterano.
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