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Aereo precipitato a Milano, due italiani a bordo: cosa si sa

Dalle prime ricostruzioni, il velivolo sarebbe precipitato per un'avaria al motore. La Procura di Milano aprirà un'inchiesta
La palazzina a San Donato dove si è schiantato l'aereo - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
La palazzina a San Donato dove si è schiantato l'aereo - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Si è lavorato tutta la notte, alla luce delle lampade fotoelettriche, sul luogo dello schianto dell'aereo da turismo che ieri, dopo il decollo da Linate, è precipitato su una palazzina in ristrutturazione in via Marignano, a Milano, al confine con San Donato Milanese (Milano), forse per un'avaria al motore. Gli ultimi vigili del fuoco sono tornati in sede stamani alle 7, mentre sul posto rimane la Polizia Scientifica per i rilievi e la Polizia Locale per impedire l'accesso alle aree coinvolte dall'incidente aereo, che ha provocato 8 morti, tra cui un bambino e due italiani.

Secondo quanto riferito dalla Polizia Locale oltre a presidiare l'area dello schianto e dell'incendio, e a gestire la chiusura di un ampio tratto di via Marignano, al momento è vietato l'accesso a un parcheggio d'interscambio dell'Atm (la società dei trasporti milanese) e a parte del grande spiazzo dove si trovano le banchine dei mezzi di superficie, abitualmente affollate di viaggiatori, che sono state spostate. La palazzina su cui è precipitato il velivolo, infatti, si trova molto vicino al parcheggio dei bus antistante alla metro MM3 San Donato. 

Chi sono le vittime

Il Pilatus PC 12, di Dan Petrescu, 68 anni proprietario e pilota - al suo fianco c'erano anche la moglie 65enne e il figlio 30enne Dan Stefan - subito dopo essersi alzato in volo si è trasformato in una bara. Con loro anche un imprenditore italiano, Filippo Nascimbene, lombardo di 33 anni, con la moglie, il figlio piccolo e la suocera, che sono invece di nazionalità francese. Nascimbene, 33 anni, era di origini pavesi ma residente a Milano, e il figlio Raphael, nato nel capoluogo lombardo nel 2020. Madre di Raphael e moglie di Nascimbene è Claire Stephanie Caroline Alexandrescou, 34 anni, nata in Francia, sull'aereo così come sua madre Miruna Anca Wanda Lozinschi, romena di 65 anni con cittadinanza francese.

Dan Petrescu era considerato l'uomo più ricco e altrettanto invisibile della Romania, un imprenditore dal patrimonio miliardario ma dallo stile di vita opposto a quello del suo grande socio d'affari Ion Tiriac, grande tennista e poi business man conosciuto in tutto il mondo anche per i suoi eccessi. Dan Petrescu invece passava inosservato e l'aereo privato era uno dei suoi veri pochi lussi. Lo pilotava da solo e il decollo dall'aeroporto di Linate alle 13.04 è stato l'ultimo. Era partito da Bucarest giovedì scorso a bordo del suo Pilatus PC12, monomotore a turboelica che può ospitare 8 passeggeri che aveva comprato nel 2015 assieme a un altro dei suoi soci, Vova Cohn, ex azionista della squadra di calcio della Dinamo Bucarest. Aveva poi partecipato al battesimo del piccolo bambino, figlio di amici di suo figlio Dan Stefan, 30 anni, ricercatore in Canada e nato a Monaco di Baviera, dove la famiglia Petrescu si era rifugiata per scappare dal regime comunista di Nicolae Ceausescu. Tornato in patria dopo il 1989, aveva iniziato a investire nel mercato automobilistico e soprattutto in quello immobiliare. Aveva vaste aree e numerosi edifici che iniziò a vendere alle grandi catene commerciali come Metro e Real, accumulando un patrimonio stimato in 3 miliardi di euro, al punto che il suo amico Tiriac lo ha spesso definito «l'uomo più ricco della Romania». Tra le sue tante proprietà c'è anche una villa in Sardegna, dove lo attendeva la madre 98enne.

La dinamica

In verde l'ultima parte della rotta compiuta dall'aereo precipitato a San Donato - Immagine tratta da www.flightradar24.com
In verde l'ultima parte della rotta compiuta dall'aereo precipitato a San Donato - Immagine tratta da www.flightradar24.com

Da quanto ricostruito finora, i problemi sono cominciati pochi secondi dopo il decollo e a nulla sono servite le manovre disperate per evitare lo schianto. La torre di controllo «lo ha seguito fino a un certo punto e dopo si è registrata qualche anomalia nella traccia radar, ma da bordo non è partito alcun allarme», ha spiegato il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano che con il pm Giovanna Cavalleri ha fatto un sopralluogo in vista dell'apertura di un'inchiesta per disastro colposo

Oltre a raccogliere le testimonianze di chi ha assistito alla tragedia, sono già state acquisiti i video di alcune telecamere di sorveglianza della zona. «È stato ripreso il momento dell'impatto, pochi secondi», ha proseguito il magistrato ripetendo che è «troppo presto per ipotizzare» quale sia stata la causa della tragedia. Ora inquirenti e investigatori dovranno ricostruire la dinamica. 

«L'impatto è stato devastante, una vera e propria esplosione», ha affermato Carlo Cardinali, funzionario dei vigili del fuoco di Milano, tra i primi ad arrivare sul posto con la speranza di trovare ancora qualcuno in vita. Invece tutt'attorno, in una vasta area recintata, coperti da teli, quel che rimane delle vittime. «L'aereo - ha continuato - ha effettuato una virata», improvvisa rispetto alla rotta e quindi chi lo pilotava «probabilmente si è accorto di qualcosa di anomalo». In quegli attimi drammatici dall'altra parte della strada c'è chi ha visto l'aereo con «un motore in fiamme» venire «giù in picchiata». 

I testimoni

Vigili del Fuoco sul luogo della tragedia - Foto Vigili del Fuoco © www.giornaledibrescia.it
Vigili del Fuoco sul luogo della tragedia - Foto Vigili del Fuoco © www.giornaledibrescia.it

Altri hanno parlato di «boato» e di «vetri delle finestre di casa tremare» o di aver notato il velivolo «perdere il controllo» e disintegrasi contro il palazzo. «Era basso. Poi molto fumo, le fiamme. In cielo volavano dei pezzi», ha raccontato Andrea, 19 anni. «Mi sono molto spaventato - ha ammesso - Poi sono arrivati polizia e carabinieri. La strada fortunatamente era libera, non c'era nessuno». «Sarebbero bastati pochi metri più in là e avrebbe potuto essere una strage», ha affermato un uomo.  Ancora verso sera, sotto la pioggia, dopo un breve sopralluogo anche dei sindaco di Milano Giuseppe sala e del suo collega di San Donato Andrea Cecchi, protezione civile, pompieri, polizia locale, polizia e carabinieri erano al lavoro soprattutto per mettere in sicurezza quell'edificio di due piani dove si è schiantato l’aereo.

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