Aereo libico dirottato, ore di paura a Malta
È durato poche ore e si è concluso con la resa senza condizioni dei due dirottatori e il rilascio delle 118 persone a bordo - 111 passeggeri e sette membri dell'equipaggio - il dirottamento di un aereo libico a Malta.
Ma sull'Airbus A320 della compagnia libica Afriqiyah Airways partito da Sebha, nel sudovest della Libia, e diretto a Tripoli, ci sono stati momenti di terrore quando i due hanno minacciato di far saltare in aria il velivolo.
Quando è scattato l'allarme del dirottamento, due caccia dell'Aereonautica Militare si sono alzati in volo per difendere lo spazio aereo italiano. Erano le 11.15 quando gli Eurofighter sono decollati dalla base aerea di Gioia del Colle, pochi minuti dopo aver ricevuto l'allarme, per verificare l'eventuale minaccia rappresentata dall'Airbus. E in effetti i dirottatori, a quanto ha poi rivelato il pilota Ali Milad all' emittente libica Channel Tv, gli avevano chiesto in un primo momento di dirigersi verso Roma. Ma Malta era molto più vicina.
Subito dopo l'atterraggio all'aeroporto de La Valletta, l'aereo è stato circondato da militari e membri delle forze speciali mentre il premier maltese Joseph Muscat si metteva in contatto telefonicamente con il collega libico Faez al Serraj. Ma, a quanto pare, ci sarebbero stati contatti diretti via radio con la torre di controllo in Libia, mentre l'aereo era in volo, anche tra i dirottatori - Moussa Shaha e Ahmed Ali of Libya - e rappresentanti del governo di Tripoli.
Non è chiaro da chi e come siano stati convinti ad arrendersi e non sono chiari neppure i motivi del dirottamento. Secondo il premier Muscat, i due - che avevano una granata e due pistole - si sono arresi pacificamente e senza condizioni, dopo che il governo de La Valletta li ha convinti che tutti i passeggeri dovevano essere rilasciati.
Entrambi avevano l'intenzione di costituire un partito pro-Gheddafi, contrariamente a quanto prevede la nuova Costituzione libica. Uno dei due ha chiesto asilo politico a Malta.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato