Adunata Nazionale, il sabato degli alpini bresciani tra spiedo e fanfare
Programma intenso per il secondo giorno della 93esima Adunata Nazionale degli Alpini. Le penne nere bresciane sono state protagoniste questa mattina di un momento che ha entusiasmato i riminesi, i quali hanno potuto godere di un'anteprima della grande sfilata di domani.
In centro storico, partendo dall'Arco di Augusto, gli alpini di casa nostra si sono riuniti per andare a deporre una corona al monumento ai caduti della città ospitante. Una tradizione che, in ogni adunata, ha sempre riguardato la sezione Ana Brescia guidata dal presidente Gian Battista Turrini, ma che quest'anno ha coinvolto anche le penne nere della sezione Valcamonica, con il loro neoeletto presidente Ciro Ballardini, e quelle della Salò Montesuello, con Sergio Poinelli.
«Una scelta che assume ancora più importanza, soprattutto in un'adunata che per tutti noi significa ripartenza e unione» ha commentato Turrini. Raccogliendo l'applauso della tantissima gente assiepata a bordo strada, i bresciani hanno sfilato fino a piazza Ferrari, dove hanno reso omaggio alle vittime di tutte le guerre.
La giornata è proseguita con tanti nuovi arrivi e presto Rimini si è riempita di cori, segno che centinaia di alpini stanno continuando a raggiungere la città, in vista della chiusura di domani, nonostante i numeri siano più contenuti rispetto alle adunate pre-Covid.
Paracadutisti, fanfare e vita nei campi
Nel primo pomeriggio, centinaia di curiosi sono accorsi al Parco XXV Aprile per assistere all'atterraggio dei paracadutisti, che finalmente hanno potuto esibirsi dopo che giovedì il loro volo era stato annullato a causa del maltempo, che ha sferzato finora tutta questa adunata affacciata sul mare.
Non sono però certo vento e pioggia però a far perdere d'animo gli alpini, che in gran parte hanno scelto di soggiornare in hotel, anche se a detta di molti «il vero spirito dell'adunata è quello della vita nel campo». Così hanno scelto infatti di fare molti gruppi, tra cui quello di Serle per citarne solo uno, come sempre organizzatissimi anche per lo spiedo fuori porta, come in parecchi altri accampamenti bresciani.
Alle 16 appuntamento con la Messa celebrata in uno stadio Romeo Neri pieno fino all'ultimo posto, dove il maestro Mogol ha diretto le 33 fanfare, sotto gli occhi del generale Francesco Figliuolo, ex commissario straordinario per l'emergenza Covid. Così l'artista 85enne ha commentato: «Non ho mai diretto un'orchestra, sono un autore.
Mi limito a dare il via a questa particolare esibizione e lo faccio con grande emozione: è un onore. Sono grato agli alpini per quanto da loro fatto per il nostro Paese». Infine, ultimo appuntamento ufficiale di giornata proprio con Figliuolo, ospite d'onore al Teatro Galli per i saluti alle autorità e ai presidenti Ana.
Questa sera, tra trabiccoli e grandi compagnie, l'allegria è i brindisi delle penne nere terranno banco in città per l'ultima volta: domani alle 8 l'ammassamento e alle 9 l'inizio della grande sfilata. Dodici ore di solenne omaggio al corpo degli alpini, che sarà trasmessa in diretta su TT2 e sul sito del GdB.
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