Acciaierie Venete, 4 operai ustionati da una colata bollente
Una bomba di calore provocata da una colata di acciaio fuso a 1600 gradi ha investito quattro operai delle Acciaierie Venete di Padova, in uno degli incidenti più gravi in questi mesi nel settore siderurgico.
Due di loro, un romeno di 40 anni ed un moldavo di 44 dipendenti diretti dello stabilimento, hanno riportato ustioni sul 100% del corpo e lottano tra la vita e la morte negli ospedali di Padova e Cesena. Gli altri due, entrambi 35enni italiani dipendenti della Hajamatek, un’azienda che svolge lavori in appalto, hanno avuto il primo ustioni sul 70% della superficie corporea, oltre alla frattura ad una gamba (è ricoverato a Verona), il secondo ferite meno gravi, ed è stato dimesso in serata dall’ospedale Sant’Antonio di Padova.
In base alle prime ipotesi, l'incidente sarebbe stato provocato da un cedimento strutturale sull'aggancio della «siviera», un enorme cestello che trasportava 90 tonnellate di materiale fuso. L'onda rovente ha investito i quattro operai, che si trovavano su lati differenti rispetto alla verticale del cestello. «È stato come un terremoto di calore - ha detto, Loris Scarpa, della Fiom Cgil di Padova -. La lingua incandescente ha sciolto gli abiti degli operai; i due più gravi sono stati soccorsi praticamente nudi». Sulla dinamica stanno ora lavorando, con i carabinieri, i tecnici dello Spisal e dei Vigili del Fuoco.
La Procura ha posto sotto sequestro la fabbrica, uno dei 6 stabilimenti nel nord Italia del gruppo Acciaierie Venete (tre sono nel bresciano a Sarezzo, Casto e l’ex Leali di Odolo) che conta 1300 dipendenti, 400 nel sito padovano.
La Fiom Cgil di Brescia fa sapere che domani gli stabilimenti bresciani delle Acciaierie Venete sciopereranno per chiedere maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro.
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