Italia e Estero

A scuola tra banchi in ritardo e deroghe al distanziamento

Prorogati i termini per i nuovi arredi, mentre il Cts apre agli alunni in classe anche senza un metro di distanza, ma con la mascherina
Le prove di posizionamento dei banchi in un'aula scolastica - Foto Ansa/Fabio Frustaci © www.giornaledibrescia.it
Le prove di posizionamento dei banchi in un'aula scolastica - Foto Ansa/Fabio Frustaci © www.giornaledibrescia.it
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I nuovi banchi di scuola voluti dal Ministero dell’istruzione arriveranno tra la vigilia dell'inizio dell'anno scolastico, il 12 settembre, e il mese di ottobre, con un significativo ritardo rispetto alle promesse e alle condizioni poste dal bando avviato dal Commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri. Giovedì sono stati definiti undici contratti di affidamento ad aziende e raggruppamenti di imprese, per la maggior parte italiane dice il commissario, per la fornitura dei banchi monoposto, sia tradizionali che con sedute innovative. L’esigenza era nata per rispondere alle esigenze di distanziamento anti-Covid nelle aule scolastiche, ma è ormai chiaro che il nuovo anno scolastico inizierà senza che tutti gli arredi necessari siano pronti e oltretutto con diverse cattedre scoperte, stanti i problemi nell’assuzione degli insegnanti emersi a livello nazionale e anche nel Bresciano, dove sono almeno duemila i posti vacanti.

D’altro canto, tornando al tema dei banchi, il bando di gara indetto lo scorso 20 luglio da Invitalia, di cui Arcuri è amministratore delegato, non ha avuto fin qui un percorso facile. La gara prevedeva una fornitura complessiva di 3,7 milioni tra banchi e sedute, con una scadenza molto ravvicinata per partecipare, il 30 luglio, e una prima consegna fissata al 31 agosto di quattrocentomila arredi divisi in due lotti equivalenti. Pochi giorni dopo, il 24 luglio, il commissario ha modificato il bando eliminando una clausola che avrebbe reso impossibile la partecipazione alla maggior parte delle aziende del settore: ogni operatore interessato avrebbe dovuto infatti dimostrare di avere prodotto nei tre anni precedenti il doppio dei banchi richiesti in ciascun lotto, vale a dire 400mila unità. Una quantità enorme, tant’è che Arcuri, già protagonista in precedenza della vicenda delle famose mascherine a 50 centesimi, di fatto a lungo introvabili, è dovuto correre ai ripari.

Il 28 luglio lo stesso commissario ha prorogato al 5 agosto il termine per presentare l’offerta e ha rinviato anche la scadenza ultima per consegnare i banchi, fissata per il 12 settembre. Una mossa sollecitata dalle aziende del settore, costrette a fare i conti, oltre che con quantità ingenti di materiale da produrre, con tempi strettissimi. Giovedì è arrivato dunque l’annuncio dei nuovi contratti di fornitura, ma anche in questo caso non mancano le perplessità. È chiaro infatti che, a dispetto di quanto previsto dalla gara, il termine di consegna è stato ulteriormente prorogato fino a ottobre, anche se sul sito di Invitalia non ci sono atti che ufficializzino tale rinvio e nonostante il fatto che, stando al bando, «il ritardo superiore a sette giorni nella regolare consegna dei prodotti» sia una clausola di risoluzione immediata del contratto. Non solo, al momento non è nemmeno indicata l’assegnazione dei lotti, perciò non si conoscono i nomi delle aziende vincitrici. 

Assufficio, l’Associazione nazionale delle industrie dei mobili e degli elementi d'arredo per ufficio, mette in dubbio addirittura la validità dell’intero bando e pone due domande ad Arcuri. «La prima - spiega in una nota - è quando intende rendere noti i nomi delle 11 aziende che, stando a quanto dichiarato, forniranno parte dei banchi scolastici nei primi giorni di settembre. La seconda - prosegue - è se ha valutato che il cambio in corsa della data di consegna di una parte non ben quantificata di arredi, slittata dal 12 settembre ai primi giorni di ottobre non sia un motivo sufficiente per mettere in dubbio la validità della gara stessa». Per l’associazione di categoria «si tratta di una modifica sostanziale di una gara di cui il Commissario non può non aver tenuto conto. Aspettiamo fiduciosi risposte chiarificatrici».

Tutto ciò avviene mentre monta la polemica per le ultime disposizioni del Comitato tecnico scientifico, rilanciate dalla Ministra dell'istruzione Lucia Azzolina, secondo le quali gli alunni potranno tornare in classe anche se non sarà assicurato il metro di distanza, a patto che indossino le mascherine. Il distanziamento posto come cardine per la riapertura in sicurezza delle scuole viene dunque derogato nel caso in cui, ad esempio, le classi siano troppo piccole e non si trovino soluzioni alternative entro il 14 settembre, anche se, scrive il Cts, «queste situazioni dovranno essere corrette il prima possibile, anche attraverso l’utilizzo di soluzioni strutturali provvisorie». Sicurezza contro i contagi, cattedre vacanti e arredi in ritardo: a un mese dalla ripresa delle lezioni, insomma, le incognite sulla scuola non mancano. 

 

 

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