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16enne picchiata e molestata in treno, caccia a due nordafricani

La 16enne molestata giovedì sul treno tra Milano e Mortara avrebbe forse avuto contatti con uno dei due su Facebook
Un capotreno accanto ad un convoglio - © www.giornaledibrescia.it
Un capotreno accanto ad un convoglio - © www.giornaledibrescia.it
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È stata dimessa dalla clinica De Marchi di Milano ed è tornata a casa la sedicenne che è stata molestata e picchiata da due uomini nel pomeriggio di giovedì scorso nell'ultima carrozza del treno Milano-Mortara. Il fatto che stia meglio potrebbe aiutarla a ricordare con più precisione quel drammatico pomeriggio e a rendere più agevole il lavoro degli investigatori della Squadra Volante e della Polmetro, che saranno affiancati da quelli della Mobile.

Tutti sono al lavoro per dare un'identità e trovare agli aggressori, descritti dalla vittima come due nordafricani di età intorno ai 25 anni. Se la ragazza, non nell'immediatezza, sarà chiamata a ripetere in modo più dettagliato l'incubo vissuto, lo farà davanti al pm Paolo Mazza della Procura di Pavia, dal momento che la relazione dei poliziotti milanesi, già in contatto con i colleghi della Polizia giudiziaria pavese, ha individuato come luogo del pestaggio inferto alla giovane il territorio di competenza della magistratura della città lombarda.

Nell'audizione protetta, con l'aiuto di una psicologa, la studentessa, molto scossa e impaurita, ha fatto riferimento ai contatti su Facebook con un uomo che potrebbe essere uno dei due, anche se i contatti sarebbero abbastanza datati. Gli investigatori cercano riscontri al suo racconto anche attraverso l'analisi delle immagini di numerose telecamere di sorveglianza lungo il tragitto percorso - sentendosi seguita, ha detto - da quando è uscita da scuola. A cominciare da quelle della linea 14 del tram a bordo del quale è giunta in piazzale Cantore per poi dirigersi a piedi alla stazione di Porta Genova, dove ha preso il treno.

Sono state acquisite anche le immagini delle stazioni della linea ferroviaria per confrontarle con i ricordi che la ragazza ha faticosamente messo in ordine. Il capotreno di Trenord ha riferito di aver compiuto le normali attività di controllo percorrendo per intero il convoglio che, a quell'ora, è abbastanza frequentato, e di non aver ricevuto segnalazioni di circostanze o persone sospette. Qualche indicazione agli investigatori potrebbe venire dalle amiche della ragazza a proposito delle sue frequentazioni, più ancora che sull'episodio, in relazione al quale permangono molti interrogativi.

Tra l'altro, esclusa l'ipotesi di un tentativo di rapina, non è certo che sia stata un'aggressione esclusivamente a fini sessuali quella messa in opera dai due uomini che la
studentessa ha indicato quali responsabili delle lesioni subite. La ragazza ha riportato traumi guaribili in 30 giorni, tra cui la rottura di una costola.

 

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