Tragedia in Valcamonica, indagine per omicidio
Una tragedia. Difficile inquadrare in maniera diversa quanto accaduto martedì mattina a Ono San Pietro, paesino di un migliaio di abitanti della Valcamonica.
Due bambini, Davide e Andrea Iacovone, di 9 e 13 anni, sono morti carbonizzati nell’incendio dell’appartamento preso in affitto dal padre Pasquale. Lì i piccoli stavano passando qualche giorno di vacanza. Gravissime anche le condizioni del papà, 40 anni, trasportato al centro grandi ustionati di Padova. Ha riportato ustioni sul 90% del corpo.
Ancora da accertare le cause dell’incendio che si è sviluppato intorno alle 10 all’interno dell’appartamento, al piano terra di una palazzina di tre piani in via Sacadur in pieno centro al paese, appartamento andato interamente distrutto. Quando sono arrivati i soccorsi, 118 e vigili del fuoco, i due fratellini sono stati trovati sul letto ed erano già morti (da quel che resta dell’appartamento si evince che l’incendio è divampato proprio davanti alla cameretta dei bambini), mentre l'uomo è stato estratto dalle fiamme dai vicini di casa, accorsi nei pressi della palazzina dopo aver sentito un botto.
Il pm di turno, Eliana Dolce ha spiegato «che c’è un’indagine aperta contro ignoti, ma questo è una atto dovuto». Il fascicolo è stato aperto per incendio, ma la pista che gli inquirenti sembrano seguire maggiormente per la morte dei due ragazzini è quella del duplice omicidio. Solo l'autopsia nelle prossime ore potrà però chiarire meglio quanto successo.
Al momento non ci sono elementi sufficienti per accusare il padre di quanto accaduto, ma qualche ombra sul quarantenne la getta il sindaco di Ono San Pietro, Elena Broggi che conosce bene i coniugi Iacovone, separati da alcuni anni, e che li ha descritti come una famiglia caratterizzata da una situazione «molto delicata e difficile». «A suo carico c’erano denunce per stalking», ha ricordato il primo cittadino.
A salvare Pasquale Iacovone dalle fiamme, secondo quanto ha raccontato don Pierangelo, il parroco del paesino, sono stati i vicini: «Dopo avere udito lo scoppio i vicini sono entrati nell’abitazione in fiamme. La porta era sfondata dall’esplosione. Iacovone era in cucina. L’hanno estratto loro».
«Gli stessi vicini - ha aggiunto il parroco - mi hanno raccontato di avere udito uno scoppio prima che si sprigionassero le fiamme. Eppure in casa c’era il metano, non bombole del gas. Ed erano stati attrezzati tutti i sistemi anti incendio. Ho incontrato la mamma nell'arrivare davanti alla casa. Quando l’ho vista mi è venuto da piangere. Era pietrificata dal dolore».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato