Gloria uccisa con otto fendenti
L'ha colpita con otto coltellate, al volto e all'addome. L'arma un coltellaccio da cucina, come se ne trovano in tutte le case. Dopo il raptus è uscito di casa: «Ho ammazzato mia moglie, chiamate il 118».
Tullio Lanfranchi, 61 anni, disoccupato dopo una vita come operaio in una fabbrica da poco fallita, è l'uomo che nella serata di venerdì a Niardo, in Vallecamonica, ha ucciso a coltellate la moglie e ferito la figlia 18enne che, inutilmente, ha tentato di difendere la madre dalla sua violenza.
Gloria Trematerra, insegnate di lingue nel vicino liceo di Breno, 55 anni, è morta poco dopo l'arrivo all'ospedale di Esine. La figlia Alice, ferita lievemente è stata già dimessa, e ora è ospitata a casa di amici. «È arrivata questa ragazza ferita alle mani chiedendo aiuto. Per favore aiutate mia madre, mi ha detto e abbiamo immediatamente chiamato i soccorsi», ha spiegato la signora che gestisce un bar vicino alla casa, la prima a raccogliere la sua richiesta di aiuto mentre il padre
andava da altri vicini.
Lanfranchi ha usato un grosso coltello da cucina con una lama oltre i dieci centimetri per uccidere la moglie al termine
dell'ennesimo litigio. Agli inquirenti non ha confessato il delitto e non è stato ascoltato dal pm titolare dell'inchiesta
Carlo Pappalardo. Sarà sentito in fase di interrogatorio di convalida dell'arresto probabilmente nella giornata di lunedì.
Da alcune settimane la vittima e la figlia si erano trasferite lontane dall'abitazione teatro dell'omicidio e vivevano in un appartamento protetto a Breno. Era stata la figlia a denunciare la violenza del padre e a convincere la madre ad avviare le pratiche per la separazione. Forse, al termine dei consigli di classe durati fino a poco prima delle 20, la donna ha deciso di far ritorno a casa del marito per recuperare alcuni oggetti personali. «Difficile capire perché lo abbia fatto e soprattutto perché non si sia fatta
accompagnare», ha detto il sindaco di Niardo Carlo Sacristani, che proprio poche settimane fa aveva firmato la concessione
della casa protetta alla donna.
Insegnante da 23 anni nel liceo di Breno Gloria Trematerra con i colleghi non aveva parlato della sua situazione difficile.
«Non aveva parlato della sua crisi coniugale» conferma Tiziana Pelamatti, vice preside dell'istituto. Da 23 anni insegnava a Breno. Da quando era arrivata da Napoli.
La vicepreside, ha trascorso la notte al fianco della figlia di Gloria, Alice, che nel pomeriggio ha assistito il figlio maggiore della vittima di rientro da Torino dove frequenta l'università.
Lo stabile dove si è consumato l'omicidio è ancora sotto sequestro e nel primo pomeriggio una donna ha depositato
sull'uscio di casa un mazzo di fiori in ricordo della seconda vittima di femminicidio nell'ultimo mese a Brescia.
Il 16 marzo scorso a Castenedolo era stata infatti uccisa Anna Mura, ritrovata con il cranio sfondato nell'appartamento dove viveva con la famiglia. Omicidio per il quale è tutt'ora in carcere il marito Alessandro Musini, che continua a proclamarsi innocent
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