Garda

Federica legata con corde e fil di ferro

Indagini scientifiche per ricostruire la morte dell'attrice hard Federica Giacomini, alias Ginevra Hollander.
L'ex attrice hard uccisa con un colpo alla testa
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Uccisa dai colpi inferti sul capo, con ogni probabilità con un corpo contundente. Poi rinchiusa in quella cassa e legata, con corde e fil di ferro. Aspetti che sono ora al vaglio degli inquirenti che indagano sulla tragica morte toccata a Federica Giacomini, la 43enne ex pornostar sparita all’inizio dell’anno e trovata chiusa in una cassa sul fondale del Garda martedì pomeriggio. Aspetti che rendono sempre più rilevante il peso delle indagini scientifiche dei carabinieri del Ris. Quelle a cui ha potuto prendere parte da mercoledì, giorno dell’autopsia, anche un consulente nominato dal legale di Franco Mossoni, il 55enne di Malegno ora in ospedale psichiatrico, compagno della vittima negli ultimi 8 anni. Il camuno, un omicidio datato 1978 alle spalle, ripete che i suoi rapporti con la donna erano già finiti e si proclama innocente. Ad assisterlo è l’avvocato Gerardo Milani.

Nell’attesa, gli inquirenti procedono con il piede sull’acceleratore per capire il dove e il quando di quel delitto ancora avvolto da molte incognite. Su tutte, dove sia avvenuto l’omicidio e quale sia l’esatta data di morte della 43enne. Risposte forse oltre che dall’esito della perizia autoptica potrebbero venire dall’esame di corde e materiale ritrovato nella bara di plastica che ha custodito in fondo al lago le spoglie di Federica Giacomini, in arte Ginevra Hollander. Trasportata in acqua da Mossoni assieme ad un barcaiolo. Il presunto omicida si è finto un biologo per farsi aiutare dall'uomo che inizialmente aveva negato agli investigatori di avere incontrato Mossoni, temendo un accertamento di natura fiscale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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