La vedova Raccagni: «Non vendetta, ma leggi più dure»
«Il mio è un urlo di disperazione che voglio rivolgere al nostro Governo e alle Istituzioni. Vorrei che facessero leggi più punitive, perché certe cose non si ripetano».
Non si da’ pace Federica Pagani, la moglie di Pietro Raccagni, il macellaio di Pontoglio morto il 19 luglio scorso, in seguito alle ferite riportate durante una rapina. «Siamo disperati» ripete al prefetto di Brescia Narcisa Brassesco che, in occasione di una visita alla comunità di Pontoglio, accompagnata dal comandante provinciale dei Carabinieri, Giuseppe Spina, e dai sindaci di Erbusco e Pontoglio, Ilario Cavalleri e Giuseppe Seghezzi, è passata dal negozio della famiglia, la Bottega della Carne.
Nel negozio aperto trent’anni fa ad Erbusco da Pietro Raccagni, Federica, con i figli Luca e Sara, ringraziano ancora i Carabinieri per la vicinanza continua alla famiglia e per aver acciuffato i responsabili della rapina, sfociata poi in omicidio. La notte dell’8 luglio Pietro Raccagni ha sorpreso tre ladri nel sua garage, intenti a rubargli l’auto. Uno dei tre lo ha colpito alla testa con una bottiglia di spumante, un colpo che gli ha procurato un coma da cui non si è più risvegliato.
Federica non chiede vendetta per la morte di suo marito e per il suo dolore, ma più impegno e sicurezza allo Stato. «Nessuno deve provare quello che stiamo passando noi - afferma rivolgendosi al prefetto - ma serve più prevenzione, più controllo del territorio». «Noi cerchiamo di far rispettare le leggi - ripete Narcisa Brassesco alla famiglia -, ma dobbiamo evitare di imbarbarirle».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato