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La firma contestata che fa tremare Castel Mella

Le opposizioni contestano la firma di un consigliere: a rischio l'amministrazione Franzini. E l'assessore Gritti lascia.
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Una firma contestata sta mettendo in subbuglio Castel Mella. E non è una firma qualsiasi: al centro delle polemiche c’è un’irregolarità legata alla sottoscrizione dell’accettazione alla candidatura di un componente della lista «Uniti per Castel Mella», risultata poi vincitrice alle elezioni del 2011. Un caso sollevato dalle opposizioni che ha già portato ad una prima crepa nella maggioranza, con le dimissioni di Mafalda Gritti, assessore alla Pubblica istruzione e ai servizi sociali, eletta anche in Consiglio comunale a Brescia nella lista del vicesindaco Laura Castelletti.

La questione è delicata: l’inizio della vicenda si colloca come detto tre anni fa, al momento del deposito delle firme di coloro che sarebbero andati a far parte delle liste per le elezioni. In particolare la firma dell’attuale presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Benedini, avrebbe sollevato i dubbi dell’opposizione: «Abbiamo avuto una segnalazione- ha infatti spiegato Daniele Mannatrizio del Pdl - e abbiamo ritenuto di approfondire la questione, dato che riteniamo che il nostro ruolo sia non solo di opposizione, ma anche di vigilanza e di controllo. Abbiamo fatto quindi richiesta di accesso agli atti e confrontando la firma ufficiale del signor Benedini con quella presente sul documento d’accettazione alla candidatura, qualche perplessità l’abbiamo avuta».

In sostanza, la firma presente sul documento del 2011 non sarebbe autentica. All'inizio di dicembre è stato chiesto in Consiglio comunale un chiarimento al sindaco Marco Franzini e alla sua maggioranza: «Vogliamo sapere - ha concluso Mannatrizio, supportato dai colleghi della Lega Giorgio Guarneri, Mauro Galeazzi e Ettore Aliprandi - se il sindaco è a conoscenza di fatti e elementi utili a chiarire la questione. In caso, di avviare le dovute procedure, nel rispetto dell’onorabilità delle persone coinvolte, per accertare o meno la veridicità dei fatti».

La risposta di Franzini in aula è stata secca: «Visto la delicatezza della questione, ci vogliamo prendere del tempo per valutare al meglio il da farsi. Approfondiremo senz’altro la vicenda e non appena avremo elementi utili ne faremo tempestiva comunicazione». L'interessato, Alessandro Benedini, ha invece risposto trincerandosi dietro il silenzio.

Elementi utili, visto il silenzio successivo, non ne sono ancora emersi. Ma le acque restano agitate, come dimostra l’addio di Mafalda Gritti. Se fosse provata l’irregolarità, secondo l’opposizione, la composizione della lista, e quindi dello stesso Consiglio, verrebbe modificata. C’è attesa dunque per il prossimo consiglio comunale, in cui la questione della firma dovrà essere chiarita. Una data, però, non è ancora stata fissata. E intanto il tempo scorre nell'incertezza. 

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