In poche parole

Quel male oscuro chiamato indifferenza

Dal tradimento alla mancanza di attenzione
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Nel corso dell’evoluzione la fedeltà si è progressivamente modificata e il gene della monogamia umana è diventato recessivo. È probabile che per la conservazione della specie la variazione del partner abbia avuto una sua finalità, benché fra i primati il gibbone continui a non tradire.

Nefasto per la coppia, il tradimento ha l’unico vantaggio di rendere visibile il congenito desiderio di cambiamento che alberga nelle persone, seppure nel tempo, come un tarlo malefico invisibile agli occhi, distrugga anche i «mobili» più resistenti.

Un’altra forma di infedeltà caratterizza l’Uomo, essa è contenuta in due semplici parole: «mancata attenzione». Questa è una condizione patita in larga parte dalle donne le quali, alla ricerca di una naturale aspettativa d'amore, per ottenerla si trovano, in casi estremi, a perdere dopo la dignità anche la vita.

Il disinteresse si esprime con il sottile egoismo che antepone i propri bisogni a quelli degli altri, che assegna al lavoro e alle passioni la totale prevalenza rispetto alla felicità della coppia. Il problema ha varie espressioni ed è complicato individuare la faccia sulla quale si è originata la prima ruga scavata dal disinteresse.

A volte nasce dalla noia del quotidiano, da incomprensioni caratteriali che si nutrono di prolungati silenzi o dall’erronea convinzione di una presenza data per scontata. Spesso il benessere economico diventa il silenziatore di questo male emotivo, fino a quando la persona che si sente ignorata incontra un sorriso, una parola o un senso di appartenenza dimenticati.

Si verificano allora inattese separazioni e dolorosi coinvolgimenti collaterali, dove genitori, fratelli e amici diventano la bilancia non sempre salomonica delle azioni. Saper continuare a vedere la persona scelta con lo stesso sguardo è una conquista quotidiana che implica un impegno razionale, seppure il sentimento rappresenta quanto di più irrazionale esiste.

Difendere con tenacia i propri affetti, non lasciandoli andare, significa avere fiducia nelle proprie scelte, prescindendo dal fatto che il sentimento è come il coraggio per Don Abbondio: «uno non se lo può dare». Sul bilancio complessivo della vita ricadranno le scelte compiute dal cuore, unite alle ragioni determinate dal calcolo razionale. Il ricordo consapevole di quanto sarà stato irrimediabilmente disperso peserà come un macigno e renderà vere le parole di Boezio: «infatti, a ogni rivolgimento della sorte, la più malaugurata delle sciagure è quella di essere stati felici».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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