Bufale spaziali e anche indigeste
Imprescindibile sulla pizza, impareggiabile servita col pomodoro dell’orto. Un filo d’extravergine, poco sale, una spolverata d’origano e via. Siamo il Paese della bufala e ce ne vantiamo, alla faccia dei cubi arancio spacciati per formaggio dalle catene di fast food. Una delizia finché arriva sulla tavola direttamente dal produttore del territorio. La bufala, però, è decisamente meno digeribile quando ci sorprende all’improvviso nel bel mezzo di uno scroll.
Un attimo prima siamo lì a concionare sull’apprezzabile gesto di Rai3, che si è offerta di pagare - seguita a ruota dal Senato - il viaggio ai tre bravi studenti di Napoli arrivati secondi al concorso della Nasa; un attimo dopo ci scopriamo vittime di un gigantrsco abbaglio. La sfida dell’ente spaziale è ancora in corso e in testa per l’Italia c’è addirittura un’altra scuola. Quanto alla finale europea sarà in Spagna, mica a Boston. Una bufala di dimensioni cosmiche, ma non certo l’unica che ormai ci sciroppiamo quotidianamente: fake news e dintorni sono il pane quotidiano della dieta Mediterranea, tanto che è sempre più difficile distinguere le notizie genuine da quelle taroccate. Tanto più se ad abboccare sono spesso le fonti più autorevoli. Come se Cracco servisse la Caprese con la «mozarella cheese».
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