Comunicato Stampa: Baldin (M5S): “Il Governo Meloni è il primo a non rifinanziare la Legge Speciale per Venezia"

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(Arv) Venezia 19 nov. 2024 - La Capogruppo del Movimento 5 Stelle, Erika Baldin, nel corso di una conferenza stampa, oggi, a palazzo Ferro Fini, ha chiesto che “la Legge Speciale per Venezia venga rifinanziata con urgenza assoluta data l’unicità del territorio. A livello statale, abbiamo presentato un emendamento per chiedere al Governo 150 milioni da destinare a Venezia e alla gronda lagunare, ma questo è stato dichiarato inammissibile, non consentendo così neppure la sua discussione in Aula. In questo modo, è stata espressa la chiara volontà politica di non rifinanziare la Legge Speciale per Venezia, che ricordo è una normativa statale, fondamentale per il futuro di Venezia e delle città limitrofe della gronda lagunare. Per anni infatti, proprio grazie ai fondi della Legge Speciale, i Comuni della laguna hanno potuto effettuare opere di urbanizzazione necessarie e indispensabili. Il Governo Meloni è stato il primo a non rifinanziare la Legge Speciale; dopo il taglio agli Enti locali, con 80 milioni di euro in meno a disposizione dei Comuni, costringendo di conseguenza le Regioni ad aumentare le tasse, vedi il Veneto con l’Irap, si rischia di mettere in ginocchio il territorio e la Regione tutta: questo è inaccettabile”.
“Ricordo che circa un anno fa avevo presentato un apposito ordine del giorno, votato poi all’unanimità dal Consiglio regionale, che impegnava la Giunta ad attivarsi presso le istituzioni romane al fine di far affluire le risorse necessarie al Capoluogo e alla sua gronda, ben sapendo che dopo il 2024 ci sarebbero stati zero euro per Venezia e la sua Laguna – ha aggiunto Baldin – Purtroppo, questo impegno è stato completamente disatteso, dimostrando così la scarsa attenzione anche da parte dell’Esecutivo regionale, che a parole parla di autonomia e attenzione per i territori, ma quando è a Roma privilegia l’appartenenza politica a scapito appunto del suo territorio”.
“Bisogna agire subito – ha ribadito Erika Baldin – Serve rinnovare questo impegno con grande urgenza: la Legge Speciale per Venezia va rifinanziata. Il fallimento di questa maggioranza è certificato dall’incapacità di tenere testa al governo nazionale. Credo che la Legge Speciale sia la vera autonomia che regge da cinquant’anni le sorti della laguna di Venezia e delle sue comunità”.
Sara Visman, consigliera comunale veneziana del M5S, ha ricordato che “nel 2020, a inizio della Consiliatura, il Consiglio comunale aveva votato in modo trasversale una Mozione che chiedeva al Governo il rifinanziamento della Legge Speciale per Venezia. Purtroppo, il Governo che è entrato in carica successivamente non sta dando risposte a quella richiesta”.
Ha offerto un contributo video l'onorevole Enrico Cappelletti (M5S) che ha osservato come “aver dichiarato inammissibile l’emendamento per rifinanziare con 150 milioni la Legge Speciale per Venezia rappresenta uno schiaffo alla città e alla sua laguna, al pari della proposta di realizzare una centrale nucleare”.
Nel corso della conferenza stampa, la Capogruppo pentastellata ha dapprima fatto un excursus storico, “a partire dal 4 novembre 1966 quando Venezia, Chioggia e la Laguna furono interessate da un’acqua alta eccezionale: da qui la Politica cominciò a interrogarsi in merito alla salvezza di Venezia, minacciata dalla subsidenza, licenziando la prima Legge Speciale, la n. 171/1973 che definiva di interesse nazionale la salvaguardia lagunare, prevedendo appositi stanziamenti. Tra il 1973 e il 1977 vennero stanziati circa 1610 milioni di euro. Di seguito, vennero finanziate altre tre Leggi Speciali: la n. 798/1984 (circa 792 milioni di euro fino al 1986); la n. 360/1991 (circa 58 milioni di euro); la n. 139/1992 (circa 310 milioni di euro). Dal 1973 al 2023 11 miliardi di euro è il totale stimato di finanziamenti ricevuti tramite il sistema delle Leggi Speciali, tra stanziamenti previsti dalle norme e ulteriori addizioni nelle varie leggi di bilancio, ma 8,7 sono andati al Consorzio Venezia Nuova, che ne ha usati due terzi per il Mose e il resto per altri interventi collaterali. Alla città sono arrivati 2,8 miliardi e solo ‘briciole’ negli ultimi anni: tra il 1993 e il 2004 arrivavano in media 143 milioni l’anno, poi il flusso si è quasi interrotto, fino ai 28 milioni annui per il 2023 e il 2024 per il Comune di Venezia. Dal 2008 i fondi stanziati per la Regione ammontano a zero euro”. “E’ quindi chiaro il progressivo calo dei finanziamenti dedicati alla preservazione della laguna – ha sottolineato Baldin - Se nel 1973 venne stanziato poco più di un miliardo e mezzo e nel 1984 meno di un miliardo, negli anni successivi questa cifra è andata assottigliandosi sempre più, fino ad arrivare praticamente allo zero assoluto, azzerando prima i fondi per le competenze regionali e ora anche per quelle dei Comuni. Eppure, il Veneto e i suoi cittadini aspettano ancora milioni di euro in risarcimenti dovuti alla luce degli eventi climatici estremi degli ultimi anni, come per i danni da grandine del luglio 2023, per i quali il Governo nazionale stanzierà solo il 20% dei fondi per i ristori, pari a 65 milioni di euro su 310 di danni subiti”.

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