Comunicato Stampa: A palazzo Ferro Fini inaugurata mostra ‘Marco Polo e il monumento che non c’è'

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(Arv) Venezia 11 mar. 2025 -    Oggi, a palazzo Ferro Fini, alla presenza del segretario Generale del Consiglio regionale, Roberto Valente, il Presidente Roberto Ciambetti ha inaugurato la mostra ‘Marco Polo e il monumento che non c’è. Una storia ottocentesca e una restituzione contemporanea’, promossa dal Comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Marco Polo.
Sono intervenuti la Curatrice, Tiziana Plebani, e la Rettrice dell’Università Cà Foscari, Tiziana Lippiello. Erano presenti il prof. Eugenio Burgio e il Presidente della Prima commissione consiliare, Luciano Sandonà.
Il Presidente Ciambetti ha auspicato che “la Mostra funga da stimolo per le Istituzioni e la società civile, veneta e veneziana, affinché vengano individuati luogo e modalità per erigere un monumento che attribuisca il giusto riconoscimento alla figura di Marco Polo, conosciuta a livello internazionale e capace di gettare ponti tra culture diverse. Credo che Marco Polo incarni perfettamente la curiosità e il desiderio della conoscenza, la capacità di resilienza, valori ancora attuali. Oggi si sente la mancanza di una statua dedicata al grande esploratore veneziano: i turisti stessi chiedono di poterla ammirare e dobbiamo assolutamente colmare questa lacuna. La mostra cerca proprio di spiegare il motivo per cui, nel corso dei secoli, non è stato mai realizzato un monumento a Marco Polo: gli Asburgo non volevano enfatizzarne troppo la figura, e con l’Unità d’Italia ci furono altri personaggi da valorizzare”.
“In un‘epoca di sfide globali, come quella che stiamo vivendo, è importante saper guardare oltre, a ciò che potrà essere, al ruolo che Venezia potrà ricoprire, quale crocevia di culture e saperi – ha aggiunto il Presidente del Consiglio regionale - E questa mostra non solo guarda al passato, ma soprattutto ci invita a riflettere su ciò che possiamo ancora fare, esplorando nuove idee, prospettive e possibilità: ognuno di noi deve essere un novello Marco Polo”.
La Curatrice, Tiziana Plebani, Storica e Cultrice di Storia Moderna presso l’Università Cà Foscari di Venezia, nel corso della sua carriera si è occupata molto della figura di Marco Polo, studiandone in particolare il testamento, peraltro riscoperto nell’Ottocento.
“Proprio dallo studio del testamento – ha spiegato la Curatrice - ho ricevuto l’impulso di approfondire il motivo per cui nell’Ottocento nacque un forte interesse per la figura di Marco Polo, dimenticata per secoli, a partire dalla metà del Cinquecento, in seguito alla chiusura delle frontiere a tutti gli stranieri da parte della Cina nel 1360. Tutto cambiò invece nell’Ottocento, quando riaprirono le frontiere, ci furono le conquiste coloniali, riprese lo studio della geografia e ‘Il Milione’ fu considerato una miniera di informazioni per raccontare come fosse la Cina. Marco Polo fu ritenuto capace di esprimere quell’anelito di libertà di cui si sentiva il bisogno, soprattutto alla luce della dominazione asburgica. Venne così commissionata a un celebre scultore, Luigi Ferrari, la realizzazione di un bozzetto che avrebbe dovuto portare ad erigere un monumento a Marco Polo. Purtroppo, il progetto non fu mai realizzato, in primis per l’opposizione austriaca. Poi, con l’Unità d’Italia, ci furono altri eroi e riferimenti a cui dare spazio”.
“La Mostra cerca anche di indagare cosa ci sia a monte del progetto di realizzare un monumento: il desiderio e la capacità di rappresentare. Quando una figura non rappresenta più, è chiaro che l’idea di omaggiarla con una statua diventa obsoleta”, ha chiosato la Curatrice.
La Magnifica Rettrice dell’Università Cà Foscari, Tiziana Lippiello, ha sottolineato come “da anni esiste una proficua collaborazione tra l’Università Cà Foscari e il Consiglio regionale del Veneto proprio nell’ambito degli studi sull’Asia e il Medio Oriente. E questa mostra presenta un elevato valore simbolico, in quanto la figura di Marco Polo rappresenta un ponte tra la cultura europea e quella asiatica: Medio Oriente, Asia centrale e Cina, Paese in cui il Viaggiatore veneziano visse per 25 anni. Credo che a livello internazionale sia importantissimo avviare un dialogo interculturale che Marco Polo ha sempre saputo incarnare: le delegazioni asiatiche e cinesi ci chiedono dove poter visitare la casa e ammirare la statua di Marco Polo…”.
Oltre a cercare di spiegare il motivo per cui, dopo secoli, non sia ancora stata realizzata una statua di Marco Polo, la mostra compie una restituzione contemporanea della figura dell’esploratore veneziano, ‘materializzando’ il monumento che non c’è, grazie al disegno lasciatoci da Luigi Ferrari. È stata utilizzata una tecnologia 3D, preceduta da uno studio accurato e da una strategia riempitiva dei dati mancanti.
La mostra sarà ospitata a palazzo Ferro Fini fino a martedì 15 aprile 2025.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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