Tornado caduti, «avaria e errore umano»

Il combinato di un'avaria, una manovra di emergenza e la mancata localizzazione dell'altro Tornado tra le ipotesi investigative
AA
Un’avaria tecnica e un errore umano: ci sarebbe una concausa alla base dell’incidente aereo che, martedì scorso intorno alle 16, ha coinvolto due Tornado dell’Aeronautica militare in fase di esercitazione sul cielo delle Marche. È una delle ipotesi che sta prendendo corpo in ambienti investigativi. La piattaforma inerziale di riferimento (Iru) di uno dei due velivoli, un sofisticato dispositivo che dà indicazioni al pilota su posizione e orientamento dell’aereo, non avrebbe funzionato. Questo spiegherebbe perchè gli aerei sono stati visti volare «troppo bassi» da diversi testimoni dell’incidente.
 
L’avaria di uno strumento così importante per il volo, avrebbe consigliato il pilota a guadagnare quota velocemente, per non correre rischi. L’Iru è posizionato davanti al pilota, in modo che possa mantenere lo sguardo sempre diretto in avanti. È possibile che, avviando la procedura di risalita immediata, gli occupanti del velivolo non si siano accorti "a vista" del posizionamento dei colleghi, anche perchè l’altro aereo (partito da Ghedi cinque minuti dopo il primo, con piano di volo separato e una diversa esercitazione da eseguire) non sarebbe dovuto essere in quel punto: da qui l’impatto fortissimo tra i due aerei, a una velocità di 800 km/h.
 
A sostenere la credibilità di questa ipotesi ci sarebbero una serie di calcoli matematici sull’angolo di impatto tra i due aerei, che sarebbe di 30 gradi. Al momento, invece, non è confermata l’esistenza di un nuovo video amatoriale, consegnato all’Aeronautica, che potrebbe dare maggiori certezze sulle fasi di volo che hanno preceduto lo scontro. Sull’incidente sono in corso tre indagini: una tecnica, una della Procura militare di Verona e la terza della magistratura ascolana, coordinata dal procuratore Michele Renzo, che indaga per disastro aereo colposo e omicidio colposo plurimo.
 
L'Aeronautica Militare da parte sua ribadisce come su un piano tecnico almeno per quanto concerne la commissione d'inchiesta attivata dall'Arma Azzurra «ogni ipotesi è aperta». Non viene escluso nulla «dall’errore umano, all’avaria, al problema tecnico, fino allo scontro con un uccello in volo o al malore di un pilota». Quanto all’ipotesi circolate sinora, comprese quelle di un mal funzionamento del radar di bordo o delle piattaforme inerziali, si tratta appunto «solo di ipotesi, dato che al momento non abbiamo elementi».
 
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato