Stamina: inchiesta chiusa, Vannoni tra i 20 indagati

La procura di Torino ha chiuso le indagini su Stamina. Gli indagati sono venti, tra cui Davide Vannoni, il "padre" del metodo
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La procura di Torino ha chiuso le indagini su Stamina. Oltre al presidente e al vicepresidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni e Marino Andolina, sono coinvolti neurologi, biologici, otto medici degli Spedali Civili di Brescia e anche un membro dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco). 

In tutto 20 gli indagati: associazione a delinquere finalizzata alla truffa, somministrazione di medicinali guasti in modo pericoloso per la salute, esercizio abusivo della professione medica: queste le accuse contestate a Davide Vannoni, il guru del metodo, indagato nell’inchiesta che il magistrato aveva avviato nel 2009 e chiuso una prima volta nel 2011, per poi nuovamente riaprirla poco dopo.

Gli ultimi mesi di accertamenti si sono concentrati sulle vicende che hanno coinvolto gli Spedali Civili di Brescia, dove la sperimentazione del metodo è stata prima avviata e poi bloccata. Vannoni, che aveva voluto importare dall’Ucraina il metodo con cui gli era stata curata una semiparesi al viso, aveva allestito un laboratorio in un seminterrato di Torino in via Giolitti. I pazienti sottoposti alle cure tra il 2007 e il 2009, secondo l’accusa avrebbero versato somme dai 30mila ai 50mila euro a Stamina Foundation Onlus, per la ricerca sulle staminali, nonostante l’assenza di riscontri.

Vannoni è imputato in un altro processo a Torino con l’accusa di tentata truffa ai danni della Regione Piemonte che aveva prima autorizzato e poi bloccato uno stanziamento a un’altra sua società (Medicina rigenerativa) di 500mila euro per la ricerca sulle staminali. 

Il rituale avviso di chiusura indagine prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Gli indagati, in pratica tutto l’entourage di Vannoni, avranno venti giorni di tempo - una volta ricevuto il cosiddetto ’415 bis’ - per chiedere di essere interrogati o per presentare memoriali difensivi o altri documenti.

Secondo quanto si apprende sono diversi i reati ipotizzati a vario titolo per associazione a delinquere e truffa dal pm Raffaele Guariniello nei confronti dei venti indagati. L’inchiesta si era già formalmente chiusa nel 2012, ma nei mesi successivi Guariniello aveva continuato gli accertamenti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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