Piazza Loggia: i ricordi di chi ci ha scritto
Tiziana: "Ero a lavoro in via Spalto San Marco, avevo 19 anni, ho sentito un botto fortissimo e non ho capito cos'era stato. Quello che non dimenticherò mai è il silenzio dei funerali (c'era una folle enorme) quando passavano le bare e i piccioni di Piazza Loggia che per molto tempo, nella piazza dove i bambini davano loro il cibo, giravano confusi e senza direzione.
Gianluigi Nava: "Io ero in via San Faustino al momento dello scoppio, non avevo partecipato alla manifestazione perché alle 8 avevo un compito in classe, ma prima delle 10 sono partito a piedi dal Tartaglia per poter seguire almeno un pezzo della manifestazione.
Il punto di riferimento e di incontro con la mia ragazza era "al cestino ore 10.30" non esistevano i cellulari. Quel giorno nessun incontro, non avevo idea di quanto sarebbe durato quel compito in classe che ci ha salvato la vita. Avevo 19 anni".
Emilio Novelli: Avevo 8 anni, io e la mia mamma dovevamo andare in città a prendere il mio regalo di onomastico. Mio padre aveva telefonato alla mamma di non andare in centro; aveva sentito un rumore sordo e dalla finestra del suo ufficio aveva visto il fumo, la polizia e le ambulanze. Dalla mia finestra vedevo la fila interminabile di persone entrare nell'edicola di fronte mentre la mamma leggeva "l'edizione straordinaria".
Ai funerali c'ero anch'io, ero sul marciapiede del Razzetti, ricordo le bare e la banda che suonava la marcia funebre.
Claudio Negrisoli: Avevo 21 anni in quel 1974 e poco dopo avrei fatto gli esami di maturità all'Itis.
Mio professore di fisica: Alberto Trebeschi. Un po' professore un po'
compagno di classe. Quella mattina non partecipai alla piazza…di fatto
"bruciai" scuola, come avevo fatto tante volte, insieme agli altri, soliti noti!
Per questo mi trovavo con loro al Bar Tosio…forse, in piazza, sarei stato
lì vicino ad Alberto, sicuramente sotto i portici. Rientrò al bar un avvocato,
nostro amico, nonostante la differenza d'età, un omone, con le mani sul volto e piangeva. E da lì piano piano le notizie. Sono arrivato vicino alla piazza e poi sono rientrato. Ero un ragazzo e lo shock c'è stato, non violento: l'effetto è stato di cancellare il ricordo, comunque poco e offuscato di quei momenti. Non ho poi fatto visita alla camera ardente: mio papà mi sconsigliò dolcemente, dopo esserci lui andato, al mio posto. Ancora adesso mentre scrivo, piango. Memorie, traumi, momenti di costruzione del pensiero di contatto con la vita.
Maria Esposito: Mio DIO solo a pensare a quel giono di 40 anni fa ho ancora i brividi...... abitavo in via F.Crispi e con marito (ora ex) e un bimbo di 1 anno e mezzo circa, incinta di 7 mesi...Ci siam avviati verso Piazza Loggia per fortuna ci siamo fermati in Corso Cavour qualche minuto e ripartiti, arrivati sotto i portici a 500 m dalla piazza un boato terribile che mai dimenticheremo. Il resto è storia di ciò che accadde... dolore, frustrazione, impotenza, rabbia..
Stefano: 28 Maggio 1974, ricordo quel giorno. Frequentavo la seconda media, udimmo una voce nel piazzale antistante la piccola scuola di Bovezzo ricavata sopra l'oratorio. La voce era concitata, ci affacciammo tutti. Era la nostra profe di Storia: "è scoppiata una bomba...è scoppiata in Piazza Loggia!". Piangeva disperata
Severino Sandrini: Quarant'anni fa ero a Barletta militare di leva: ogni anno il sentimento di incredibilità perché l'uomo arrivi a tanto è sempre lo stesso. Parla la violenza quando la "verità" non c'è ...
Elisabetta Gaffuri: Mia madre era incinta di me, sarei nata esattamente dopo tre mesi e si trovava nel negozio di suo padre, Gusella, sotto i portici e rammenta la gente che entrava correndo spaventata, cercando riparo.
Beatrice Albini: Io non c'ero ancora nel 1974 ma ho sentito spesso il racconto di mio zio allora studente delle superiori che era nei pressi della bomba e si ritrovò d'improvviso seduto sul bancone di Tadini e Verza. Per lui solo contusioni. Oppure il racconto della mia professoressa di latino dell'Arnaldo che quella mattina salutò un'amica poco prima dell'esplosione dicendole: "torno subito". Scampò il pericolo per un attimo...l'amica si chiamava Giulietta Banzi Bazoli. Lo raccontò in classe in occasione dei 20 anni della strage e si augurava che si arrivasse alla verità..... Oggi dopo altri 20 è tutto così confuso...
Damiano Signorini: 28 maggio 1974, frequentavo la scuola elementare Gherardo Ugolini, classe quinta. Venni a sapere da mia mamma dello scoppio della bomba al termine delle lezioni. Il primo pomeriggio ci recammo in piazza della Loggia. Mi colpì molto, e mi sembra di sentirlo ancora oggi a distanza di quarant'anni, l'odore di carne arrostita che ancora ristagnava sotto i portici nelle vicinanze del pilastro sbrecciato. Da allora non ho più bevuto alla fontanina che si trova nelle vicinanze.
Terry Scelzo: Mi ricordo ancora quel maledetto giorno. Ero a scuola quando ho sentito un botto tremendo, ma ero piccola non mi ero resa conto.....mentre mio papà e mia sorella si trovavano nella piazza vicina
Don Giacomo Zani: Ricordo bene quel giorno, ero in terza superiore al liceo in Seminario. Ci fu un sussulto di dolore al quale unimmo anche la preghiera. Nei giorni seguenti dedicammo alcune assemblee scolastiche per parlare di questo crimine ... Ho ben presenti anche le immagini dei funerali, visti in TV, allora ancora in bianco e nero ... Mi trovo spesso a domandarmi se queste tragedie hanno lasciato qualche insegnamento per la vita e i rapporti tra le persone ...
Katia Ballarini: Io c'ero...nella pancia della mia mamma...
Mauro Baresi: io non c'ero fisicamente.....ma ci sono sempre stato con il cuore e con la mente. Per non dimenticare...
Herica Manzoni: Grazie ad una prof vedova a causa di questa tragedia la strage sarà sempre nei mie ricordi
Lidia Minelli: Io ero al lavoro quando hanno dato la notizia, fermate le catene di montaggio, tutti in piazza del mio paese...
Adriana: Oggi 28 maggio 2014,sono passati 40 anni dalla Strage di Piazza Loggia, ma per me questa data è ogni anno un dolore immenso perchè ho negli occhi tanta disperazione, incredulità, sangue, feriti e morte. Rivedo una piazza nel centro della nostra città, trasformata in un attimo in un massacro di persone innocenti.
Io al tempo ero una volontaria della Croce Bianca e ciò che ci si è presentato davanti, ha lasciato tutti noi senza parole, quasi incapaci di reagire, nonostante le nostre mani cercavano in tutti i modi di soccorrere le innumerevoli persone ferite da quella strage.
Mentre si soccorrevano i feriti, le nostre lacrime scendevano continuamente e più ti guardavi attorno più vedevi gente che scappava, che piangeva, che era li ferma, impietrita, attonita, scioccata ........
ma al di sopra di tutto questo dolore, regnava un silenzio che faceva sembrare tutto ovattato e si avvertiva che la città si era fermata e che tutto fosse finito in quel momento.
In tutti questi anni, mi porto dentro questo ricordo, questo dolore che resterà per sempre nella mia mente ma specialmente nel mio cuore .
Pierdomenico: Quel giorno stavo preparando gli esami di maturità ed andavo a lezione da un insegnante di Salò che scriveva anche per Bresciaoggi, mi ricordo che mi chiese un mio parere sulla strage da pubblicare sul giornale l'indomani e dissi più o meno questo: "E' una cosa atroce ed inumana, ma purtroppo temo che anche questa volta i colpevoli non verranno mai trovati ". Era ancora fresco in me il ricordo di piazza Fontana a Milano e devo dire che a 40 anni di distanza non avevo sbagliato di molto la mia previsione.
Donatella: Quella mattina, io e mia cugina, (facevamo la 4^ superiore) ci siamo fermate proprio accanto alla colonna a salutare un compagno di scuola, due chiacchiere e poi ci siamo dirette in Piazza Duomo passando per il vicoletto.
Eravamo appena arrivate e abbiamo sentito un botto tremendo, al momento abbiamo pensato ad un aereo che avesse infranto il muro del suono (ora non succede più, ma allora era normale). Subito dopo abbiamo sentito urla provenire da Piazza Loggia e la gente che correva in Piazza Duomo sconvolta. Siamo andate a vedere cosa fosse successo. Proprio dove qualche minuto prima eravamo ferme noi, era scoppiata la bomba. Una scena terribile, terribile. Oggi rivolgo un pensiero a tutti quei morti, erano dei ragazzi per la maggior parte, e rivolgo un pensiero anche a mia cugina Gabriella che è mancata un anno fa.
Mons. Federico Pellegrini: Avevo 19 anni, alunno 1^ teologia in Seminario. Il prof mons. Gennaro Franceschetti arrivò in ritardo tutto scosso dandoci la notizia. Corsi a prendere la radio per seguire le notizie. Gelo e dolore regnavano tra noi. Nei giorni seguenti feci visita al luogo. Ai funerali ero uno dei pochi seminaristi addetto al servizio liturgico. Fummo insultati insieme al vescovo Morstabilini nel passaggio in piazza. Ma non mi ha mai fermato il dolore sincero, a volte la rabbia e ancora oggi la ricerca della piena verità.
Silvana Gatti: Avevo 18 anni ed ero all'ultimo anno dell' istituto magistrale Veronica Gambara a poche settimane dagli esami di maturità. Ero andata alla manifestazione con lo spezzone del corteo della Cgil scuola che era partito dalla sede in piazza Repubblica. Arrivata sotto la pioggia ci eravamo riparati sotto i portici, ma io dovevo raggiungere un'amica sotto i portici del municipio, sul lato opposto. Arrivata avevo salutato l'amica e stavo ritornando là dove c'erano i compagni e le compagne quando il boato mi ha colto nel tragitto di ritorno all ' altezza del passaggio verso piazza Vittoria! Sono rimasta ferma, lì per più di un'ora appoggiata al muro senza riuscire a muovermi! Non ho avuto la forza di andare a vedere, ma nelle ore e nei giorni successivi non riuscivo a stare a casa...ho attraversato la piazza nel pomeriggio e tutti i giorni seguenti. C'ero alla visita alle bare esposte in municipio, alle iniziative dei giorni che hanno preceduto i funerali, ai funerali.
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