Guida e cellulare, multa all’assessore Morelli
In auto col cellulare, la paletta dei vigili urbani che fa capolino, la richiesta dei documenti di rito. E la sorpresa che sfocia in protesta con toni accesi. Una normale scena di vita quotidiana, una reazione come un’altra quando ci si trova con una sanzione sgradita da pagare, si potrebbe pensare. Ma a conferirle un effetto più stridente e meno conforme all’etichetta è l’identità della persona multata: l’assessore all’Istruzione, Roberta Morelli. Che, secondo le ricostruzioni dei presenti, avrebbe fatto valere il suo ruolo e la sua carica per conferire maggior forza alla sua contestazione. Un dissenso che l’assessore avrebbe poi manifestato anche ad alcuni colleghi - di turno davanti al portone di Palazzo Loggia - degli agenti che hanno firmato il verbale della discordia.
«Durante la marcia faceva uso di telefono cellulare, non a vivavoce né dotato di auricolari, guidando mentre sorreggeva l’apparecchio con la mano sinistra» recita infatti il documento sottoscritto dai vigili mercoledì 19 marzo, quando la Morelli è stata fermata in via San Faustino.
Un controllo al quale l’assessore avrebbe reagito in modo impulsivo, specie alla richiesta di mostrare un documento, utilizzando - secondo quanto riferito - la abusata espressione «lei non sa chi sono io». La protesta sarebbe poi andata oltre, toccando un tema sensibile: il taglio della remunerazione per le ore straordinarie, prospettando appunto agli agenti un provvedimento in tal senso.
Una ricostruzione che l’assessore Morelli respinge, almeno nell’interpretazione. «Ero di fretta, avevo un appuntamento in Loggia - spiega -. La mia era solo un’espressione di stupore per la richiesta dei documenti, specie trattandosi di agenti spesso in servizio in centro storico. Non voleva in alcun modo essere un atteggiamento autoritario, né ho chiesto mi fosse cancellata la multa che ho già pagato. Si tratta di un equivoco e mi sono scusata».
Proprio per scusarsi, infatti, l’assessore si è recata al Comando della Locale, dove ha chiarito la sua posizione. Visita, cui è seguita una mail rivolta agli agenti interessati: «Sono veramente dispiaciuta che alcune mie espressioni, che pure non intendevano urtare la sensibilità di ciascuno di voi, abbiano involontariamente suscitato un senso di offesa - si legge -. Mi farà piacere se vorrete accettare questa mia espressione di rammarico per l’accaduto».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato