Filippo Minelli, in mostra l'arte contaminata dal Pcb

In mostra il diario della malattia del giovane artista: inquinamento e salute nel progetto proposto al Link Point.
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L’ironia non lo abbandona mai. Nemmeno quando temeva di morire per il Linfoma Non-Hodgkin che da un giorno all’altro l’aveva messo ko, alla fine del 2010; o quando ha deciso di raccontare il calvario delle cure ad amici e familiari con poster paradossali affidati al web; e nemmeno ora, con la decisione di tradurre quel personalissimo diario in un’installazione per il Link Point di via Monti 13, in mostra soltanto sabato 15 marzo tra le 18.30 e le 21.30.

L’ironia non abbandona mai Filippo Minelli, trentun anni, artista franciacortino riconosciuto a livello internazionale. Proponendo «Chemoterapy Update» il Link, spazio culturale gestito da Fabio Paris, Domenico Quaranta e Lucio Chiappa, centra due obiettivi: portare in città l’opera di Minelli, ospitata da musei, gallerie e istituzioni in giro per il mondo, e affrontare temi caldi per Brescia e provincia, come inquinamento e salute.

Partendo dal Pcb, il cui legame con il Linfoma Non-Hodgkin è oggetto di approfondimenti scientifici. Ma l’artista non dimostra, semmai mostra. E così nell’installazione ci sarà il terreno contaminato proveniente dall’area della discarica Vallosa, a Passirano, in cui dalla Caffaro sono finiti residui carichi di Pcb. «Da ragazzino camminavo tranquillamente su terreni che poi sono stati chiusi per inquinamento - ricorda Minelli -. Non posso dire che sia quella la causa della mia malattia, ma resta il fatto che ho vissuto e vivo in zone contaminate».

In mostra ci saranno poi souvenir conservati dall’ospedale e le locandine pubblicate per un anno su facebook con l’iPhone, in particolare nei lunghi nei periodi in cui a Minelli era vietato incontrare chiunque. «Dopo i cicli di chemioterapia avevo le difese immunitarie bassissime e dovevo restare isolato - racconta -. Il diario fatto con i poster mi serviva per informare sul mio stato di salute, per sdrammatizzare e per sfogare il mio bisogno di creare».

C’è poi un aspetto psicologico legato al fatto di poter morire da un momento all’altro. «Appena scoperto il linfoma mi avevano dato due settimane di vita. Con i poster ho voluto sottolineare quella particolare condizione in cui ogni minima cosa diventa un evento». Quello che verrà proposto al Link è il lavoro più personale e al tempo stesso più sociale di Minelli, partito in questi giorni per un’installazione in Polonia ed atteso successivamente in Corea del Sud per un progetto di tre mesi. Dopo aver rifiutato una serie di proposte, ha scelto Brescia per esporre «Chemoterapy Update». Una città, e una provincia, in cui il Pcb è arrivato così in profondità da contaminare, oltre alla terra e ai corpi, anche l’arte.

Emanuele Galesi

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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