Caso Stamina, Vannoni chiede il patteggiamento

Fino ad ora, Davide Vannoni, fondatore di Stamina si era sempre detto innocente: ora chiede il patteggiamento a 1 anno e 10 mesi
Vannoni, ora è pronto al patteggiamento
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Davide Vannoni è pronto a patteggiare. Il fondatore di Stamina Foundation offre sul piatto della giustizia il ritiro del ricorso al Tar del Lazio contro i provvedimenti adottati dal Ministero della Salute, e la cessazione in Italia delle attività della Stamina Foundation, in particolare della sperimentazione su pazienti.

In cambio è disposto ad accettare una condanna a un anno e dieci mesi. È questa la richiesta di patteggiamento avanzata, tramite i suoi legali, da Vannoni nel processo in corso a Torino che lo vede imputato insieme ad altre 13 persone per vari reati, tra cui associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Qualora la richiesta venisse accettata, potrebbe concludersi così già nella giornata di martedì (quando è prevista la prossima seduta dell'udienza preliminare) l'inchiesta del pm Raffaele Guariniello sul metodo Stamina e sulle cure compassionevoli somministrate da Vannoni e dalla sua équipe a Torino, San Marino, Trieste e Brescia.

Cure tutte rivolte a pazienti affetti da malattie gravissime, spesso incurabili dalla medicina tradizionale. Secondo l'accusa, il gruppo Vannoni è colpevole di una truffa gravissima. Per i pm, il fondatore di Stamina era disposto a tutto pur di ottenere denaro: millantava brevetti mai ottenuti e titoli mai conseguiti, organizzava manifestazioni di piazza con i pazienti, chiedeva donazioni cospicue, violava tutti i normali standard di cura. Fino allo scorso agosto, quando i carabinieri del Nas hanno sequestrato l'attrezzatura e le cellule staminali. La difesa ha sempre respinto le accuse. Oggi la clamorosa richiesta di patteggiamento. Se venisse accolta, la sperimentazione potrebbe proseguire all'estero, le parti civili non otterrebbero alcun risarcimento e sarebbero probabili nuove cause civili.

 

 

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