Artematica, gli atti dell'inchiesta a Treviso

I casi Matisse e Inca trasferiti alla Procura della città di Artematica, la società di Andrea Brunello.
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Il casi Inca e Matisse passano da Brescia a Treviso. La Procura ha inviato nei giorni scorsi gli atti ai colleghi della città in cui aveva sede Artematica, la società di Andrea Brunello accusata di avere orchestrato tra il 2009 e il 2011 una truffa da 800mila euro ai danni della Fondazione Brescia Musei.

L'indagine, aperta nel settembre 2012, passa dunque di mano a più di un anno e mezzo dall'esplosione dello scandalo dei biglietti gonfiati. Secondo l'accusa, Brunello ha falsificato i dati Siae comunicando alla Fondazione un numero di visitatori più alto del reale in modo da ottenere dei vantaggi economici. Nel caso della mostra sugli Inca, dei 283mila ingressi dichiarati, solo 194mila sarebbero stati effettivi. Mentre per quanto riguarda Matisse su 248mila visitatori indicati ne mancano in realtà 120mila.

In totale, per gli inquirenti i bonus contrattuali previsti hanno consentito ad Artematica di raccogliere illecitamente 800mila euro. Brunello, scelto dall'amministrazione Paroli come "erede" di Goldin nelle grandi mostre in S. Giulia, ha ammesso di avere falsificato soltanto i dati dei biglietti di Matisse perché incalzato dai creditori. La Fondazione ha nel frattempo chiesto il risarcimento ad Artematica e allo stesso Brunello, ma i tempi si prospettanto lunghi anche a causa del fatto che la società è stata ammessa al concordato preventivo in quanto esposta per circa 4 milioni di debiti.

Emanuele Galesi
e.galesi@giornaledibrescia.it

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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