Il pubblico impiego piace ai giovani? «Ecco la mia esperienza»

Giada Tonoli (redazione Hub della Conoscenza)
Un’impiegata full time in due comuni bresciani spiega: «La mia è stata una scelta di comodità, non di ambizione. Nella Pubblica Amministrazione pochi stimoli»
Un ragazzo al lavoro in ufficio
Un ragazzo al lavoro in ufficio
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Il pubblico impiego è attraente per i giovani? In un’intervista del giornalista del GdB Francesco Alberti ad Angelo Baronio, condirettore scientifico dell’Hub della Conoscenza, il professore aveva spiegato: «I neodiplomati e neolaureati preferiscono fare altre esperienze, magari all’estero. Il posto fisso in Comune nemmeno lo prendono in considerazione. A mio avviso, sbagliando». Aveva inoltre spiegato, riferendosi agli stipendi per gli impiegati pubblici: «Il sistema è oggettivamente troppo rigido rispetto al passato, non essendoci spazi di manovra premiali è impossibile attrarre chi ha capacità».

Sulla scia di queste sue considerazioni, abbiamo intervistato una giovane di 31 anni, madre di tre bambini, che è dipendente del settore pubblico e che ha preferito rimanere anonima.

Qual è stato il suo percorso di studi e com’è entrata nel settore pubblico?

Mi sono diplomata in «Esperto di relazioni interculturali aziendali (E.R.I.C.A.)» all’Iis Pascal Mazzolari di Manerbio. Dopo la nascita del mio primo figlio, ho lavorato nel settore privato e nel frattempo ho studiato per il bando di concorso pubblico. Sono stata assunta nel 2021 e ora lavoro in due Comuni diversi nel Bresciano, uno da 1.300 abitanti e l’altro da 12mila.

Trova sia stato difficile entrare in questo settore?

Per me è stato impegnativo perché il mio diploma non coincideva con l’ambito del bando, di sicuro con una formazione coerente sarebbe stato più semplice.

Impiegati al computer
Impiegati al computer

Perché ha scelto l’ambito pubblico?

Per migliorare la mia situazione lavorativa e per essere più agevolata nella gestione dei bambini, grazie agli orari.

Qual è stata la sua prima impressione una volta entrata in Comune?

Mi sono sentita abbastanza accolta. Nella mia esperienza, però, ho notato che le persone impiegate in Comune seguono più rigidamente gli schemi lavorativi e sono meno propense al cambiare modo di operare. al contrario degli impiegati nelle aziende private.

Crede che il suo potenziale sia valorizzato?

Mi piace il mio lavoro e mi piace impegnarmi. Purtroppo non c’è meritocrazia, non viene riconosciuto il lavoro di chi si impegna di più rispetto agli altri che magari svolgono il minimo indispensabile: non sono portata a dare di più, perché finirei per essere sommersa di incarichi e non ne vale la pena.

Le è possibile provare comunque a migliorare il suo lavoro?

Sì certo, ma dipende con chi hai a che fare. Ci sono persone più impostate e che, lavorando nello stesso ruolo da anni, non ne vogliono sapere di cambiare. Al contrario, in un altro Comune mi è capitato di trovare persone pronte ad accogliere nuove idee. Insomma, non sempre si può.

Secondo lei per un giovane c’è modo di crescere?

No, perché ci sono delle categorie assegnate in base al titolo di studi con cui accedi, all’interno di queste ci sono delle sottocategorie. Salendo, si ottiene un aumento della retribuzione, ma non una crescita lavorativa. I giovani di oggi, al contrario, cercano un posto di lavoro che permetta di avere uno sviluppo professionale, esperienze diverse e dinamismo.

Quindi un giovane non è stimolato ad entrare nella Pubblica Amministrazione?

Per come vedo i giovani, no, sia per una questione di stipendio che di scarsa crescita. Io personalmente ho puntato a questo settore per una questione di comodità, essendo madre. Se non avessi avuto figli, avrei sicuramente scelto un lavoro con la possibilità di fare carriera all’interno dell’azienda, essere premiata per il mio impegno, ricevere una paga adeguata e fare esperienza. Il gioco non vale la candela: la maggior parte dei giovani conclude gli studi con la laurea, il lavoro offerto dal settore pubblico non valorizza il loro impegno, è più premiante il settore privato.

Se dovesse trovare dei vantaggi del settore pubblico, quali sarebbero?

La stabilità, gli orari e la concessione dei permessi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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