Transizione 5.0: il sistema Brescia si prepara a cogliere la nuova sfida
Il piano Transizione 5.0 «architrave della politica industriale italiana». Così il ministro delle Imprese Adolfo Urso commentava lo scorso 7 agosto l’avvio della piattaforma sul sito del Gse, dedicata all’agevolazione. Dopo gli incentivi di Industria 4.0, che hanno contribuito a far fare un salto di qualità all’industria italiana (e bresciana), si aprono nuove opportunità per le imprese.
Il percorso è in salita: i tempi sono stretti e le procedure per accedere all’agevolazione un rompicapo. Complessivamente le risorse messe a disposizione delle imprese sono pari a 12,7 miliardi nel biennio 2024-2025. Di questi, 6,3 miliardi, provenienti dal programma RePower Eu, finanziano, appunto, il piano Transizione 5.0 vero e proprio; altri 6,4 miliardi già previsti dalla legge di bilancio, sono a disposizione per Transizione 4.0.
Il passaggio da 4.0 a 5.0 non è formale e premia quegli investimenti in innovazione, in cui al rinnovo dei macchinari in chiave di digitalizzazione, viene collegato un risparmio energetico.
Il progetto del GdB
Sul piano Transizione 5.0 il Giornale di Brescia in collaborazione con Numerica dedicherà un approfondimento settimanale: ogni martedì a partire dal 1° ottobre, sulle pagine di Economia del Giornale di Brescia, sul sito del GdB e su Teletutto. Ad affiancarci in questo lavoro sarà un pool di professionisti che spiegheranno in modo semplice e pratico i passaggi essenziali per avviare gli investimenti ed accedere alle detrazioni.
Un primo assaggio si avrà durante l’incontro «Piano Green e Digitale» il prossimo 25 settembre alle 17 nella Sala Libretti del nostro giornale.
I tempi sono stretti
Il decreto emanato dal Mimit stabilisce la possibilità di ottenere un credito d’imposta con un’aliquota massima del 45% e minima del 5%, con un tetto dei costi ammissibili pari a 50 milioni. L’agevolazione è riconosciuta per nuovi investimenti effettuati dal primo gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, con possibilità di completare le pratiche entro il 28 febbraio 2026.
Servono quindi certificazioni ex ante, che attesti la riduzione dei consumi energetici grazie agli investimenti progettati, ed una certificazione ex post che dimostri la effettiva realizzazione degli investimenti.
Sono ammissibili al beneficio 5.0 i progetti che riguardano investimenti in beni materiali e immateriali tecnologicamente avanzati purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici pari ad almeno il 3% dell’unità produttiva o 5% se calcolata sul processo interessato dall’investimento.
Aziende ammesse
Tutto gira intorno a questo parametro energetico: lo «sconto» che verrà concesso dipenderà dalla capacità dell’impresa di ridurre i consumi.
A queste condizioni sarà possibile agevolare anche le spese di formazione e gli investimenti in impianti, per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (investimenti trainati). La nuova agevolazione spetta alle imprese residenti nel territorio dello Stato, indipendentemente da forma giuridica, dimensione e regime fiscale (la disposizione ricalca quella prevista per il 4.0). Sono ammesse le imprese individuali, le società di persone (Snc e Sas), le società di capitali (Srl, Spa e Sapa), le cooperative e le mutue assicuratrici. Sono poi ammessi al beneficio anche gli enti, diversi dalle società, che hanno come oggetto principale l’esercizio di un’attività commerciale.
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