Piano Transizione 5.0 parte «soft»: prenotati 40 milioni dalle imprese

Il decreto introduce tre nuovi crediti d’imposta per macchinari e formazione. Il progetto del Giornale di Brescia
  • Transizione 5.0: l'incontro al Giornale di Brescia
    Transizione 5.0: l'incontro al Giornale di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Si temeva un avvio in stile «click day», ma il meccanismo di prenotazione degli incentivi del Piano Transizione 5.0 (sul portale del Gse) è partito in modalità «soft». Ad oltre un mese dall’apertura della piattaforma sono state depositate 80 domande - tra quelle in itinere e quelle accettate -; per una prenotazione fondi intorno ai 40 milioni.

A confermarlo è l’ingegner Marco Belardi, consulente del Ministero delle Imprese e del Made in Italy nel corso del convegno in Sala Libretti (qui è possibile rivedere l’intera registrazione) che ha lanciato il progetto informativo del Giornale di Brescia sull’agevolazione riservata alle imprese che mette a disposizione 6,3 miliardi, provenienti dal programma RePower Eu.

Ogni martedì, sulle pagine del nostri giornale daremo ampio spazio alla normativa, consulteremo gli esperti, analizzeremo «case history» eccellenti.

Il passaggio dall’incentivo Industria 4.0 al Piano 5.0 non è formale: l’agevolazione infatti premia quegli investimenti in innovazione, in cui al rinnovo dei macchinari in chiave di digitalizzazione, viene collegato un risparmio energetico. Gli investimenti delle imprese dovranno portare ad una riduzione del consumo di energia e lo «sconto», ovvero il credito di imposta concesso, sarà tanto più rilevante quanto più alta la riduzione dei consumi energetici.

Tre nuovi crediti

La novità dirompente è l’introduzione di tre nuovi crediti d’imposta che agevolano gli acquisti di macchinari; l’acquisto di beni per l’autoconsumo e l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili; spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde.

«Industria 4.0 ha spinto molto sulla digitalizzazione delle aziende e l’adozione di tecnologie per incrementare la produttività delle imprese - spiega Giancarlo Turati, presidente InnexHub -. Il piano 5.0 voleva andare oltre cercando di colmare un gap: riconciliare l’aspetto uomo-macchina. Ma ora i nodi vengono al pettine. Solo chi ha attivato sistemi in ottica raccolta dati e digitalizzazione può oggi essere in grado di stabilire un "ex ante" nel consumo di energia in azienda ed un "ex post". Trasformare il dato in informazione è una delle sfide che ci pone il piano 5.0».

Credito d’imposta

L’agevolazione - ricordiamo - concede un «tax credit» fino al 45% in base al risparmio energetico certificato. «Il contributo è molto interessante e può arrivare persino al 63% in alcuni casi, ma la complessità delle procedure e la normativa ne inficiano la valenza - spiega Alberto Bertolotti, cero di Ibs Consulting -. In passato con una sola perizia in un anno veniva avviato il credito d’imposta. Oggi per avere il 45% serve la perizia 4.0 e tre asseverazioni. Non solo, i tempi molto stretti: gli impianti devono essere installati e collegati entro dicembre 2025».

I tempi sono stretti, ma le imprese non possono perdere questo treno: «Con o senza incentivi, la strada da percorrere è quella della digitalizzazione - ribadisce turati -. Diversamente saremmo condannati a fare un passo indietro».

Quale strategia per raggiungere l’obiettivo: «Per vincere dobbiamo superare i nostri limiti e le nostre fragilità - conclude Bertolotti -. Dimentichiamoci Industria 4.0, la procedura 5.0 è nuova di zecca: per raggiungere il contributo è fondamentale la programmazione, stendere un budget, studiare passo dopo passo la normativa, facendosi aiutare da esperti». La proroga dei tempi? Auspicata, ma visto che si tratta di fondi del Pnrr, quasi del tutto improbabile.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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