Il settore Digitale di Confindustria a supporto delle tecnologie green

Anita Loriana Ronchi
Il presidente del settore Sergio Venturetti: «Serve a dare supporto alle aziende in merito a necessità produttive e trasformazioni tecnologiche»
Sergio Venturetti, presidente settore Digitale Confindustria Bs, con il presidente Franco Gussalli Beretta
Sergio Venturetti, presidente settore Digitale Confindustria Bs, con il presidente Franco Gussalli Beretta
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Non più solo fabbrica intelligente. Il «salto» che inevitabilmente bisogna compiere nell’evoluzione dal piano 4.0 al 5.0 riguarda il modo di intendere l’impresa: non soltanto sotto il profilo dell’automazione e dell’efficienza ottenuta attraverso le tecnologie digitali avanzate, ma anche integrando sostenibilità e benessere dei lavoratori.

Lo rileva Sergio Venturetti, presidente settore Digitale di Confindustria Brescia, nato dallo «scorporo» del vecchio Terziario per sostenere lo sviluppo delle aziende del comparto (oltre 70): «Il Piano 5.0 ha due caratteristiche: la transizione 4.0 si affidava meramente alle tecnologie, mentre il paradigma 5.0 poggia su una filosofia che vede le tecnologie rivolte alla sostenibilità in linea con le persone e che vuole aiutare le imprese ad essere più resilienti di fronte a crisi di vario genere. Secondo elemento: c’è molto green e un indice proporzionale di premialità nei confronti di progetti che riescono ad abbattere il consumo energetico».

L’auspicio è che l’incentivo non finisca col favorire la nascita di iniziative green washing o che si cerchi di far passare come risparmio energetico ciò che non lo è. «Ci auguriamo che con il 5.0 non si cerchi di vestire di verde progetti che tali non sono, ma che sia impressa una spinta per sviluppare progettualità che davvero aiutano la persona e l’ambiente».

Il settore Digitale

Una delle risposte più concrete, sottolinea Venturetti, è stata proprio la nascita del settore Digitale in Confindustria Brescia: «Un atto non banale, per dare supporto alle aziende in merito a necessità produttive e trasformazioni tecnologiche». I fondi in arrivo col Piano 5.0 potranno consentire alle imprese bresciane di «adattarsi e affrontare al meglio le attuali sfide del mondo produttivo, anche se – ammette il presidente – l’accesso ai contributi non è facile».

«Le procedure richieste non sono cosa da sportello. Semplificazioni sono in corso, ma siamo tutti consapevoli che per mettere in atto una macchina così ragguardevole era necessario definire un processo che evitasse l’abuso di queste risorse».

Le aziende bresciane, comunque, stanno facendo del loro meglio e abbracciando la nuova transizione. Come?

Investendo in formazione del personale e pratiche sostenibili, «vincendo le resistenze generali». «Siamo in una zona con un ambito industriale manifatturiero molto forte e l’adozione di nuovi processi è sempre un fatto molto impegnativo. Se si trattasse solo dell’acquisizione di pannelli fotovoltaici non sarebbe un problema: abbiamo tappezzato mezza Italia, con vantaggi cospicui ed immediati. Qui però parliamo di alta tecnologia. Occorrono sistemi informatici, che consentano di tenere sotto controllo i consumi dei parchi fotovoltaici ed eolici ed occorre un lavoro di analisi sui processi produttivi dell’azienda, andando a scomporre ed ottimizzare la lavorazione, procedura per procedura».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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