Il ruolo dei professionisti nel Piano Transizione 5.0

L’intervento della presidente dell’Ordine degli ingegneri di Brescia Laura Boldi: «Ingegneri artefici delle trasformazioni dell’industria»
La sede dell'Ordine degli Ingegneri di Brescia
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Il Piano Transizione 5.0 è un tema al centro dell’attenzione nel mondo delle imprese italiane, alle quali offre la possibilità di beneficiare di significative agevolazioni finanziarie per gli investimenti effettuati nei settori dell’innovazione e della riduzione dei consumi energetici.

La dotazione finanziaria complessiva, sotto forma di credito d’imposta, arriva da fondi Pnrr e per questo è utilizzabile in un periodo molto breve (2024-2025). Questo comporta, per le imprese, decisioni rapide che devono scaturire da reali necessità, supportate da analisi mirate e competenti da parte dei professionisti incaricati.

Il ruolo dei professionisti

Il tema delle competenze e dell’affidabilità del professionista diventa quindi centrale. Come affermato dal sottosegretario Fausta Bergamotto durante il 68esimo congresso nazionale degli ingegneri a inizio ottobre, «gli ingegneri sono i primi artefici della trasformazione dell’industria italiana, a loro si chiede molto perché hanno le competenze per poter rispondere a questi cambiamenti soprattutto a livello multidisciplinare».

È per questo che il Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni) ha insistito, nei tavoli ministeriali, per non limitare l’ambito delle competenze relative alle certificazioni richieste dal «5.0» ai soli esperti in gestione dell’energia (Ege) e in Energy service company (Esco).

Con il decreto attuativo di agosto 2024, il range dei possibili certificatori si è aperto al mondo degli ingegneri con comprovata esperienza; in quel contesto, il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha affermato: «In analogia con il Piano 4.0, che autorizzava gli ingegneri e i periti industriali al rilascio delle perizie asseverate sugli investimenti in beni tecnologicamente avanzati, con il decreto attuativo del Piano Transizione 5.0 abbiamo deciso di includere gli ingegneri iscritti nelle sezioni A e B dell’albo tra i soggetti abilitati al rilascio delle certificazioni obbligatorie. Ciò permetterà alle imprese di rivolgersi a una classe di professionisti competente, che lavora con dedizione e impegno nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica applicata ai processi industriali».

La formazione continua

Il decreto attuativo ha quindi riconosciuto la competenza degli ingegneri attraverso l'abilitazione al rilascio delle certificazioni. Anche questo ruolo enfatizza l'importanza dell'aggiornamento professionale continuo e mirato: la formazione continua è essenziale per mantenere gli standard di competenza necessari nell'era del cambiamento, dove la digitalizzazione e l'innovazione tecnologica sono alla base della crescita delle aziende.

Sono convinta che il rafforzamento delle competenze ingegneristiche non solo eleva la professione, ma ha anche ricadute di pubblica utilità, contribuendo al miglioramento della qualità e della sicurezza delle infrastrutture e dei servizi.

Nel 2023 è cresciuta la domanda di laureati nelle imprese italiane e, in un caso su cinque, la ricerca è per laureati in ingegneria. Nel 2023 nel sono stati assunti circa 117mila laureati in ingegneria, 5mila in più rispetto al 2022, indice di come il mercato richiede competenze tecniche specifiche. Non nascondiamo quindi che, come Ordine degli ingegneri di Brescia, ci sentiamo caricati di una grande responsabilità, per fornire ai nostri iscritti strumenti utili per affrontare la sfida Transizione 5.0.

Gli incontri e il gruppo di lavoro

Anche per questo abbiamo organizzato un ciclo di incontri su «5.0» e disposto un gruppo di lavoro interdisciplinare, formato dalle commissioni Energia, Economico estimativa, Industriale, Innovazione e internazionalizzazione e Industry 4.0, che da alcuni messi stanno lavorando in sinergia.

È proprio la sinergia tra diverse specialità che permette di affrontare temi che richiedono competenza e interdisciplinarità. I cambiamenti si riflettono anche nella scelta degli indirizzi: sono infatti in aumento le iscrizioni a ingegneria gestionale, a scapito degli indirizzi tradizionali. Dati che mostrano che è in atto una profonda trasformazione che nessuno può ignorare, in particolar modo chi, come noi, rappresenta il sistema ordinistico.

Forse sarò impopolare nell’affermare che la preparazione scolastica nel tempo è peggiorata, compresa quella universitaria: per questo bisogna continuare a offrire formazione anche oltre la laurea, intercettando i bisogni del mondo del lavoro e puntando sulla qualità e non al mero obiettivo di assolvere i crediti formativi obbligatori.

Laura Boldi, presidente Ordine degli Ingegneri di Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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