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Visori, app, monitor: l'edilizia che cambia in aula al Dicatam

Il Building Information Modeling crea efficienza, risparmio e vi fa vedere l’edificio da realizzare
Il Bim è il metodo che permette di creare un modello digitale
Il Bim è il metodo che permette di creare un modello digitale
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App che interagiscono con le persone per decidere la temperatura di una stanza; visori di realtà aumentata che permettono di visitare un edificio ancora da costruire; droni che monitorano i lavori e simulazioni virtuali di cantieri. E insieme o prima di tutto questo, c'è il Bim, il Building information modeling, il metodo che permette di creare un modello digitale in cui le informazioni su ogni fase della progettazione, realizzazione e gestione di un edificio sono condivise fra committente, impresa, progettista, fornitori e manutentori.

Database tridimensionale di un'opera e di ogni singolo oggetto, il Bim ha cambiato il modo di concepire l'edilizia. «Questo perché mette in relazione tutte le discipline che riguardano la costruzione di un edificio - spiega Silvia Mastrolembo Ventura, borsista di ricerca al Dicatam dell'Università degli Studi di Brescia -. Si ottengono modelli digitali che consentono di simulare come verrà realizzato e poi utilizzato l'edificio. Così problemi eventuali sono già rilevati in anticipo su un prototipo virtuale e risolti efficacemente».

Efficienza, risparmio e visualizzazione a colpo d'occhio sono garantiti. Ma il Bim chiede anche un mutamento di mentalità nel rapporto fra gli attori e nel mercato. «La digitalizzazione delle costruzioni è inevitabile, però deve avere le condizioni giuste», sostiene Angelo Ciribini, docente di Organizzazione del cantiere al Dicatam e fra i maggiori esperti italiani di Bim. «Dalla crisi del 2007 questo settore è stato ridimensionato di un terzo. Mercato ancora stretto. Quando è spuntato il Bim c'erano grandi aspettative. Ma da noi il mercato è ancora contratto: tempi stretti, costi e soprattutto frammentazione e antagonismo fra chi progetta, chi appalta e chi costruisce».

In più, bisogna fare i conti con un'edilizia ancora molto analogica e con la difficoltà dei micro professionisti ad acquisire i software e le competenze digitali. Fin qui, nonostante i limiti di contesto, il Bim sembra un potente facilitatore per il progettista. E in effetti lo è, ma oltre al processo stanno cambiando anche i prodotti. Ciribini: edifici-dispositivi. «Gli edifici - prosegue Ciribini - diventano anche "dispositivi" che erogano servizi e interagiscono con chi li utilizza».

Un esempio per tutti è l'edificio cognitivo realizzato proprio all'interno del living lab eLux di Ingegneria. Questo Cognitive building, che unisce un modello Bim e sensori IoT, elabora i dati apprendendo dal comportamento degli utenti come organizzare al meglio la gestione dell'energia e le condizioni di comfort. Il gruppo di ricerca sta sviluppando anche una app su cui gli studenti e l'edificio possono dialogare.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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