Un radar con gli occhi: la temeraria sfida che Inxpect fa propria
Diciamo due anni, ancora due anni. E poi se ne saprà di più: se l’obiettivo sarà raggiunto o se servirà dell’altro tempo, ancora ricerca, ancora energie e liquidi, ancora ad inseguire un obiettivo enunciato cinque anni fa e iniziato con tre collaboratori prefigurando alcuni step di verifica. I primi due sono andati bene, adesso - fra due anni - il terzo step. E poi, come detto, si saprà.
Luca Salgarelli è soddisfatto ma la faccia è stanca. Mesi di stress e tensione. Nei giorni scorsi ha messo ha segno, diciamo così, un gran colpo. Tre bei nomi dei fondi di investimento hanno messo nella sua Inxpect 17 milioni in un aumento di capitale che servirà a dare nuove energie in vista dell’appuntamento finale. 17 milioni per una quota di minoranza in una società che lo scorso anno ha fatto 2 milioni di ricavi e quest’anno, Covid permettendo, andranno a 5. Diciamo che 17 milioni (per la quota di minoranza, come detto) significano grande fiducia nelle potenzialità di Inxpect ma anche - per Salgarelli & team - una assunzione ancora più ampia di responsabilità per non abbattere le attese di chi investe e le speranze di chi sin qui ha lavorato alla grande sfida.
Sfida quasi temeraria, territori inesplorati, il convincimento che alcune cose non sono impossibili, ma serve costanza, testardaggine, lavoro e lavoro, studio e ricerca, ricerca e studio. L’obiettivo è presto detto: far vedere le cose ad un radar come fosse una telecamera. La telecamera, come noto, è perfetta quasi per definizione nel far vedere le cose, il mondo attorno, la gente e le cose. Naturalmente, se c’è nebbia, se c’è polvere o, più banalmente, se c’è buio, la telecamera va ko.
Non si parte da zero, come detto. È da qualche anno che Inxpect è sul mercato. L’idea di fondo - l’essenza del progetto e delle realizzazioni - è quella di installare radar intelligenti per applicazioni di sicurezza aziendale. Quello di Inxpect è il primo sistema radar al mondo certificato in chiave sicurezza. I sensori Inxpect sono in grado di rilevare con sicurezza certificata la presenza di operatori in aree di lavoro di qualunque macchina o robot industriale. Classicamente, l’esempio più noto (e promozionato da un magnifico video aziendale) è quello del robot antropomorfo che opera all’interno di una gabbia e che invece, con i sensori Inxpect, viene «liberato» perché il radar interrompe l’attività del robot stesso se un operatore si avvicina.
È un prodotto già adottato in diverse aziende. Un grande produttore di auto tedesche l’ha installato su alcune decine di isole di lavoro; ci sono trattative con un colosso della robotica mondiale; l’Ikea, altro esempio, usa la tecnologia Inxpect in alcuni reparti di imballaggio dei pallet.
Le prospettive appaiono più che incoraggianti sempre che il Covid consenta di far vedere come si deve il prodotto che sul mercato sconta il fatto di essere nuovo.Ma la determinazione non manca: quest’anno sono previste una decina di nuove assunzioni (si arriverà a sessanta) mentre si acquisiranno 2500 nuovi metri quadri dove testare le nuove tecnologie. E intanto si va avanti, in un processo di miglioramento continuo onorando un sogno, accettando la sfida degli investitori, portando in qualche modo a coronare un obiettivo nato un po’ di anni fa nella Superpartes di Gianfausto Ferrari, Marino Piotti & Co.
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