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Un Ntf dallo Spazio, fra diritti d'autore e rischi ambientali

Non-fungible token. Certificati digitali che tutelano i diritti d'autore, come nel caso del primo file musicale in orbita. Con un grosso «ma»
La stazione orbitante internazionale Iss
La stazione orbitante internazionale Iss
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Nella «nuova» corsa allo spazio entrano anche le case discografiche e gli NFT, i sempre più popolari «non-fungible token».

Una speciale edizione del «Chiaro di Luna» di Claude Debussy è stata inviata e riprodotta sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) ed è diventata il primo brano NFT a raggiungere l’orbita terrestre. Autori di questo primo NFT nello spazio sono stati Nanoracks, un’azienda americana nota soprattutto per le tante missioni sviluppate usando i piccoli satelliti Cubesat, e Artemis Music, un’etichetta indipendente di musica online. Le due aziende hanno unito le forze per trasmettere a bordo della ISS il noto Chiaro di Luna scritto nel 1905 da Debussy, interpretato dal pianista Wing-Chong Kam, durante un’orbita intera del pianeta.

Il file del brano è stato poi rispedito a terra e certificato come NFT. Gli NFT sono una sorta di certificazione di paternità di un contenuto digitale - che è invece per definizione un tipo di «oggetto» perfettamente riproducibile - che negli ultimi mesi hanno fatto un pieno di popolarità soprattutto per le cifre stratosferiche a cui sono stati venduti. Uno dei casi più clamorosi è stata la vendita di un’opera digitale NFT dell’artista Beeple da Christiès per 58 milioni di euro mentre in ambito più scientifico sono da segnalare la vendita dell’NFT dei documenti relativi all’assegnazione del premio Nobel James Allison per 50mila dollari e del codice sorgente del primo browser di Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web.

Il mercato degli Nft ha suscitato anche grandi critiche perché se è vero che da un lato sembra rappresentare una prima vera soluzione per tutelare i diritti d’autore dei contenuti immateriali dall’altro sembra sfuggire alle logiche del buon senso e provoca non pochi impatti sull’ambiente. Gli Nft si avvalgono infatti di un meccanismo informatico per molti versi simili alla blockchain delle criptovalute e per rimanere «aggiornati» devono usare grandi quantità di energia sotto forma di calcoli al computer. Resta però un fatto che il mondo degli Nft si aggiorna da oggi con la prima opera digitale protetta ad aver completato un’orbita attorno al pianeta e i suoi creatori auspicano che nel futuro molti altri artisti porteranno le loro opere anche verso la Luna, Marte e oltre.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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