Un lucchettone d’acciaio e ottone con un sensore nell'anima
Lo stabilimento è cresciuto, servirebbe ancora un qualche spazio ma ti dà l’idea di quel che è una gran fabbrica con la sopraelevazione, fresca fresca, del nuovo magazzino automatizzato. A Pisogne, alla Iseo Serrature, l’azienda dei Facchinetti fondata nel ’69 e diventata nel tempo uno dei grandi gruppi nazionali nelle serrature, per l’appunto. 1150 addetti (400 addetti qui a Pisogne, un centinaio nella fabbrica emiliana) gli altri negli stabilimenti di Germania, Spagna e Romania. 140 milioni di fatturato, per l’80% all’export.
Il regno della serratura: cilindri, per serramenti in legno, metallo, maniglioni antipanico, di sicurezza, per porte blindate e avanti andare. E poi c’è lei, la Iseo Zero1 Electronic Solutions, l’ultima arrivata, quella cui si affidano speranze, mai dimenticando, però, che per un bel po’ di anni saranno le serrature classiche, quelle meccaniche, a dare la pagnotta. Ecco: è una tappa del nostro 4.0 in chiave non tanto di come sta evolvendo la fabbrica, ma - piuttosto - come un’azienda si trovi a dover cambiare il prodotto perché il mercato (pur se ancora di nicchia) chiede nella sostanza lo stesso prodotto (qualcosa che apra e chiuda) ma con funzioni nuove. Per esempio, il mercato chiede una chiave che si attivi su richiesta, che sia programmabile on line, meccatronica e magari abbia anche la tecnologia contactless. Caratteristiche che ha la Iseo Zero1.
E di questo cambio di scenario di mercato e parzialmente di prodotto, ne parliamo con i cugini Fabio Facchinetti e Vinicio Faustini che in azienda rappresentano la terza generazione, il primo a seguire l’integrazione fra le varie aziende del gruppo e direttore degli acquisti, il secondo responsabile degli affari legali. Facchinetti e Faustini portano il caso della commessa acquisita con una multiutility scozzese che deve controllare 20 mila accessi (cabine dell’energia elettrica, torri per la telefonia eccetera). Ventimila. Sono accessi, diciamo così, delicati, con qualche elemento indispensabile di sicurezza. Magari un tempo c’era una sorta di chiave comune che passava di mano a fine turno da tecnico a tecnico. Oggi la complessità delle reti impone elementi di sicurezza più stringenti. Non solo sicurezza. Ma anche, ad esempio, avere la possibilità di monitorare il lavoro dei tecnici a distanza e di avere poi - giorno dopo giorno - la mappa di dove si sono fatti gli interventi.
E qui arriva, appunto, la versione scozzese della Iseo Zero1 abbinata alla capacità di lavorare acciaio e ottone. E quindi: ecco qua un bel lucchettone d’acciaio che ha dentro il suo cilindro di sicurezza. Il tecnico arriva, inserisce la chiave sensorizzata che - attenzione - se non ha il pass dalla centrale di controllo non apre. Ovviamente il pass è parte di un software ideato appositamente. «Si tratta sempre di una chiave alla fin fine, commentano Faustini e Facchinetti, ma la componente tecnologica e soprattutto di servizio è alta» al punto che ormai questi pacchetti non si vendono, si fa una sorta di affitto, non si comprano ma si paga un canone perché il software potrebbe avere necessità di aggiornamenti e ci pensa la Iseo. È quella che si chiama servitizzazione, brutta parola che dice di come il mondo vada, progressivamente, verso questa direzione: più che il prodotto conta il servizio.
«Intendiamoci - dicono Facchinetti e Faustini: per noi è una produzione di nicchia, noi pensiamo che resteremo per molto tempo ancora essenzialmente un’azienda meccanica. Ma sulle nuove frontiere dobbiamo esserci. È un investimento imprescindibile, che in qualche modo ci prepara alla domotica, ovvero alla casa sensorizzata e telecontrollata. Ma una porta, queste case la dovranno pur avere. E quindi unendo la nostra esperienza nella produzione di serrature alle nuove tecnologie crediamo - si conclude - di poter continuare ad avere il nostro posto al sole sul mercato».
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