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Tecnoagricoltura 4.0, il fatturato sale se il Gps regola l’orto

L’innovazione nei campi supera la prova pandemia, anche se per ora riguarda solo il 4% del coltivato
L’utilizzo di nuove tecnologie (come i droni) fa guadagnare in qualità e fatturato
L’utilizzo di nuove tecnologie (come i droni) fa guadagnare in qualità e fatturato
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Agricoltura di precisione, sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature, ma anche pianificazione e logistica. Il 4.0 impone un cambio di modello di business a tutto tondo, e chiama in causa i dati, dati ovunque. Ed è una spinta all’innovazione che neanche la pandemia è riuscita a fermare: nel 2020 il mercato italiano dell’agricoltura 4.0 è cresciuto del 20%, raggiungendo un valore di 540 milioni di euro.

Il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise dell’Università degli Studi di Brescia, presentata online il 5 marzo. Gli investimenti sono stati massicci, tanto che «i segnali fanno già presagire un’ulteriore crescita nel 2021 - ha anticipato Andrea Bacchetti, direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood insieme a Chiara Corbo e docente all’UniBs -. E questo nonostante soltanto una piccola parte della superficie agricola sia oggi coltivata con strumenti 4.0, pari a circa il 3-4% del totale. Per sbloccare questo potenziale ancora inespresso sarà necessario lavorare sull’interoperabilità e l’interconnessione delle soluzioni, lo sviluppo di competenze specifiche e la valorizzazione e condivisione dei dati».

Scendendo nel dettaglio, le soluzioni maggiormente responsabili della crescita sono quelle per il monitoraggio e il controllo di mezzi e attrezzature agricole (36%), i macchinari connessi (30%) e i software gestionali (13%). È un mercato trainato dai produttori di macchine agricole e ausiliari, che totalizzano il 73% del fatturato, seguiti dai fornitori di soluzioni IT e tecnologie avanzate (Internet of Things), che ne coprono il 17%. In totale sono 538 le soluzioni 4.0 per le coltivazioni individuate dall’Osservatorio, di cui il 79% è pensato per aiutare le aziende agricole nella fase di coltivazione, il 45% durante la semina, il 35% nella raccolta e il 16% nella fase di pianificazione (con le ultime percentuali in crescita rispetto agli anni precedenti).

Per quanto riguarda le tecnologie abilitanti, Data & Analytics dominano il panorama con un 73%, seguiti da piattaforme e software di elaborazione (68%) e Internet of Things (54%, +4%). Da notare, hanno sottolineato i ricercatori, il boom dell’intelligenza artificiale: è ultima in classifica con un 12%, ma fino a un anno fa non compariva nemmeno. Tra gli ambiti di applicazione figurano la mappatura e il monitoraggio da remoto dei terreni (41%), l’analisi dei fattori ambientali e dei terreni (33%), il monitoraggio di macchine e attrezzature (23%) e il water management (19%). Quest’ultimo dato rivela un’attenzione crescente tra i produttori alla riduzione dello spreco delle risorse idriche, a dimostrazione del fatto che l’innovazione è sempre più impiegata in un’ottica di sostenibilità ambientale.

Le aziende agricole non sono però le uniche a spingere sull’accelerazione digitale. La tracciabilità alimentare è uno dei campi in cui le aziende stanno maggiormente utilizzando il digitale (89% su 135 imprese esaminate), con 157 soluzioni. In testa alle tecnologie, quella Mobile, che è anche quella più in crescita (+65%), seguita da Blockchain (+59%), Data Analytics (+57%) e IoT (+47%). Un balzo in avanti lo fa anche tutto il comparto dell’alimentare 4.0, con l’87% delle 135 imprese analizzate dalla ricerca la gran parte di queste (85%) che intende investire in strumenti 4.0 entro i prossimi tre anni.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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