Siderurgia bresciana leader nella decarbonizzazione col biometano
L’industria metallurgica bresciana muove i primi passi per diventare campione europeo nella decarbonizzazione. Ieri a Futura Expo è stato firmato l’accordo di collaborazione tra Confindustria Brescia e Cib-Consorzio Italiano Biogas. L’obiettivo è avviare nelle nostre acciaierie una progressiva sostituzione del gas naturale con il biometano, fonte totalmente rinnovabile, prodotta sul territorio attraverso la fermentanzione degli scarti e dei liquami agricoli, utilizzando una fitta rete di «digestori».
La firma

L’accordo – hanno spiegato Fabio Astori, vicepresidente di Confindustria Brescia con delega a Transizione ecologica e sicurezza, e Piero Gattoni presidente di Cib – si inserisce all’interno del più ampio progetto «Green Metals Brescia», a cui hanno attualmente aderito 12 aziende siderurgiche e metallurgiche bresciane: nel dettaglio Acciaierie Venete, Alfa Acciai, Almag, Asonext, Assisi Recycling Maclodio, Duferco Travi e Profilati, Feralpi Siderurgica, Ferriera Valsabbia, Industrie Riunite Odolesi Iro, Ori Martin, Raffmetal, Eredi Gnutti Metalli.
Queste aziende ad oggi consumano ogni anno circa 250 milioni di metri cubi di metano – spiegano –, che nel tempo saranno obbligate a sostituire con fonti rinnovabili. La strada è in discesa. Come hanno spiegato Enrico Calzavacca (Gruppo Ab) e Amedeo Rosatelli (Green Metals Brescia), la molecola del biometano è infatti compatibile e direttamente sostituibile al gas fossile, senza necessità di adeguamenti impiantistici e di processo. Non solo, il mondo agricolo del nostro territorio potrebbe già ora arrivare a fornire qualcosa come 90 milioni di metri cubi di questa risorsa rinnovabile.
Intesa strategica
«Quella firmata oggi è un’intesa strategica – ha commentato il vicepresidente Fabio Astori –. Con i finanziamenti del Pnrr per la realizzazione dei nuovi impianti di biogas e la trasformazione di quelli esistenti, comincerà a essere disponibile sin dalla seconda metà del 2025, in modo progressivamente crescente. Il biometano rappresenta un’importante soluzione perché dal punto di vista tecnologico consentirebbe il mantenimento degli attuali impianti produttivi. La sostituzione con il biometano sarà ovviamente graduale nel tempo, in funzione dello sviluppo della sua produzione».
L’alleanza
Dalla filiera agricola quindi potrebbe quindi arrivare quasi il 40 per cento dell’energia rinnovabile necessaria alla nostra sidemetallurgia. Tema di grande attualità visto il prezzo del gas registrato causa della guerra russo-ucraina. «L’obiettivo è consolidare la collaborazione tra il settore primario e quello industriale – dichiara Piero Gattoni, presidente del Cib –, creando nuove opportunità per il biometano e offrendo una risposta concreta e immediata alle sfide energetiche quotidiane, soprattutto in un momento storico in cui i rincari dei prezzi dell’energia mettono a dura prova la competitività delle imprese italiane, in particolare quelle hard-to-abate».
«L’agricoltura italiana grazie alla produzione di biometano diventa una partner strategico dell’industria energivora nel percorso di decarbonizzazione del nostro sistema economico».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@Economia & Lavoro
Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.