Si scrive reskilling ma si legge riqualificazione
«Mettiamoci in testa che i cambiamenti drastici avvengono nel giro di pochi anni. Prendiamo il caso della rete. Io continuo a ragionare secondo le logiche del web, i millenials no: loro hanno imparato a navigare con le app. Ma fra tre anni magari saranno gli assistenti vocali a dettare un nuovo approccio».
Per Paola Liberace, responsabile dell'Academy di Vetrya, la mini Google italiana con sede a Orvieto, l'unica via per sopravvivere e sfruttare l'evoluzione continua è quindi adeguare la formazione ai suoi ritmi. «I tecnici vengono istruiti con competenze specifiche, mentre le dinamiche attuali viaggiano su logiche trasversali - ha spiegato durante il convegno di Asap -. Le competenze hard rimarranno, ma dovranno essere sempre aggiornate e integrate con una conoscenza del contesto in cui ci troviamo».
Non a caso il World Economic Forum ha intitolato il rapporto di gennaio 2019 Towards a Reskilling Revolution: «Hanno dimostrato che ri-formare il personale è il futuro, ed è anche economicamente conveniente», ha commentato Liberace. È questa la mission di Vetrya Academy, la scuola di innovazione dell'azienda nata nel 2010 che aiuta i clienti a sviluppare modelli di business abilitati da nuove tecnologie e digital communication. Con masterclass, progetti di ricerca e corsi di aggiornamento sul 4.0, il gruppo si impegna a incentivare un dialogo fra tutti i soggetti interessati: università, aziende, pubbliche amministrazioni, istituti pubblici e privati.
Perché farlo? «Perché siamo nell'era della open innovation. Non c'è più una netta separazione fra una realtà e l'altra, il digitale ci ha messi in contatto tutti. Si fermerà? No. Bisogna pensarlo come un ecosistema che continua a rigenerarsi, in cui si muoverà con successo chi sarà stato capace di integrarsi ogni volta».
Ri-formare il personale è possibile, ma anche conveniente. Così dicono, lo ricordavamo sopra, i guru del settore. Andrebbe aggiunta una cosa: in molti casi è l’unica soluzione praticabile, quella più immediata, quella che consente di tenere in azienda professionalità mature che hanno necessità di essere aggiornate, appunto.
È una partita che tocca in primis alle aziende. Ma che dovrebbe essere ben presente almeno a due altri attori: in primo luogo alla politica (sgravi per questo tipo di interventi) ma anche - va sottolineato - agli stessi lavoratori. Per quanto la cosa possa apparire un po’ dura da digerire andiamo sempre più verso forme di formazione permanente: bisogna andare a scuola sempre. Vale per le figure medie, ma anche e soprattutto per quelle tecnico-apicali.
Un esempio? Un ingegnere che si è laureato anche solo una decina d’anni fa pensate che non abbia necessità di avere un corposo aggiornamento tecnologico. Ovvio che sì: in 10 anni è cambiato il mondo...
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