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Ritardatari, praticoni e stelle: a che punto sono le Imprese 4.0?

Ricerca Rise-Università di Brescia su 105 aziende: solo il 5% sono «stelle», a loro tocca la guida
Introdurre nuove tecnologie in azienda cercando di preservare l’occupazione - © www.giornaledibrescia.it
Introdurre nuove tecnologie in azienda cercando di preservare l’occupazione - © www.giornaledibrescia.it
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La diffusione nelle fabbriche di nuove tecnologie digitali è un fenomeno a cui negli ultimi mesi sono stati attribuiti nomi e definizioni differenti, in funzione della lingua utilizzata e del settore economico considerato: Industria 4.0, Advanced Manufacturing, Smart manufacturing, Quarta rivoluzione industriale…

Sebbene questa rivoluzione parta dai reparti produttivi (grazie alla sensorizzazione diffusa di tutti i macchinari e dei prodotti, all'impiego di sistemi di produzione additivi, all'utilizzo di wearable device…), gli impatti risaliranno tutta la catena del valore, con implicazioni non solo tecnologiche, ma anche organizzativo-gestionali.

Tre cambiamenti. 1) Cambierà il modo con cui le aziende dovranno rapportarsi verso i clienti, che sempre più spesso diventeranno attori attivi sin dalla fase di progettazione del prodotto/servizio. 2) Cambierà il modo con cui le aziende gestiranno i rapporti con i fornitori, i quali diventeranno, in un'ottica di piena integrazione della filiera, dei veri e propri partner. 3) Cambierà il modo con cui le aziende prenderanno le decisioni. Non più e non solo tramite analisi delle serie storiche, ma sempre più in ottica prospettica.

Proprio per questi motivi, il Laboratorio RISE già da qualche anno parla di Impresa 4.0, piuttosto che di sola Industria. La domanda. Sorge quindi una domanda: quanto sono pronte le imprese italiane ad abbracciare la rivoluzione 4.0? Abbiamo provato a dare risposta con la seconda edizione della ricerca targata RISE - Università degli Studi di Brescia, che ha coinvolto 105 aziende manifatturiere, di cui il 40% con sede in provincia di Brescia. Rielaborando i dati raccolti, sono stati identificati 6 diversi gruppi di aziende: da un lato, le aziende non ancora orientate al paradigma 4.0 e, dall'altro, quelle invece che già stanno andando in questa direzione.

Vediamo il dettaglio.

1) Ritardatari (48%). Sono le aziende più lontane dalla configurazione 4.0, che di fatto non hanno ancora svolto alcuna azione empirica, limitandosi a superficiali valutazioni di carattere teorico.

2) Praticoni (11%). A questa categoria appartengono le aziende che hanno deciso di lanciare almeno 2 progetti pilota. Sono, più nello specifico, realtà che hanno deciso di "imparare facendo", privilegiando la pratica rispetto alla teoria.

3) Teorici (2%). In questo cluster si posizionano al contrario le aziende che stanno approcciando tutte (o quasi) le tecnologie disponibili, senza però avere (ancora) realizzato progetti implementativi.

4) Focalizzati (32%). Le aziende di questa categoria sono certamente in cammino verso il paradigma 4.0. Non disdegnano la teoria, ma la sanno anche applicare concretamente, pur all'interno di un limitato sotto-insieme di tecnologie.

5) Polivalenti (3%). Sono simili ai focalizzati, ma guardano ad un set di tecnologie più ampio, consapevoli che per diventare delle imprese 4.0 devono saper impiegare in modo armonico tutte o quasi le leve a disposizione.

6) Stelle (5%). Sono le (poche) aziende già oggi 4.0, perché conoscono ed impiegano gran parte delle tecnologie digitali abilitanti, con benefici concreti. Sono di fatto i modelli a cui ispirarsi per intraprendere il proprio percorso 4.0. Una tecnologia non basta... In definitiva, essere 4.0 non significa abbracciare 1-2 tecnologie digitali per rispondere a specifiche esigenze, magari di singoli reparti o aree di business, senza una vera integrazione/interconnessione.

Essere 4.0 vuol dire riuscire ad applicare in modo pervasivo all'interno dei processi diverse tecnologie digitali, in grado di comunicare e scambiare dati e informazioni per prendere decisioni rapide, gestire in tempo reale cambiamenti improvvisi del contesto, essere flessibili nell'applicare le modifiche necessarie, nonché garantire livelli di efficienza e sostenibilità elevati. Nelle prossime settimane, approfondiremo le aree tecnologiche più rilevanti, guardando a dei concreti casi reali e focalizzandoci sui benefici generati. La versione integrale della ricerca su www.rise.it.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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