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Retail, 8 trend che rivoluzioneranno il negozio del futuro

Tra e-commerce in ascesa e utenti iperconessi il mondo della vendita al dettaglio si interroga su come evolveranno i punti vendita
Il nuovo mantra del mondo retail è «Ovunque e in qualsiasi momento»
Il nuovo mantra del mondo retail è «Ovunque e in qualsiasi momento»
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Camerini virtuali e negozi che diventano studi per micro-influencer. Queste sono solo due delle tendenze che rivoluzioneranno il punto vendita del futuro. Tra l'e-commerce che continua la sua avanzata e utenti sempre più iperconnessi, il mondo del retail comincia ad interrogarsi sul proprio destino.

Tutto ciò in un mercato che non solo le previsioni danno in salita, con una crescita stimata di oltre 13 miliardi di dollari entro il 2027, ma che deve andare incontro anche a una clientela sempre più ibrida e consapevole.

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Si evolvono le modalità e con loro cambiano anche le motivazioni dietro ad un acquisto. La scelta dettata dal marchio è sempre più secondaria, al primo posto, infatti, ci sono le scelte più ponderate e necessare: le persone acquistano per rispondere ad un bisogno, un fenomeno che negli Stati Uniti è stato ribattezzato come «Shopper Promiscuity».

Ma se da una parte c’è un consumatore deciso con un’idea precisa, dall’altra c’è un’azienda che sempre più deve mirare al proprio target: ciò che viene definito «customer intimacy», ovvero la capacità di mostrarsi vicini al proprio cliente, anticiparne le esigenze, comprenderne le necessità e i valori. Tutto quello che è utile a costruire con la propria clientela una relazione di fiducia.

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È in questo scenario complesso che si è consolidato il nuovo mantra del mondo retail: «Ovunque e in qualsiasi momento». Il futuro dello shopping è fluido, tra online e offline, altamente personalizzato e in grado di anticipare le esigenze del consumatore. Così tra «shopping promiscuity» e «customer intimacy» la vendita al dettaglio si interroga sul proprio futuro «datafication», in cui la sfida è capire in che modo fidelizzare e creare una relazione emozionale e personale con il proprio pubblico, partendo però dalle innovazioni tecnologiche, come big data, intelligenza artificiale e automazione dei processi.

Scopriamo quindi quali sono, secondo un’indagine compiuta da Espresso Communication per Mia-Platform, le otto tendenze che deve seguire un punto vendita per guardare al futuro.

1. Data fundamental

Aggregare tutti i dati. Tradizionalmente i dati dei retailer sono frammentati in vari sistemi e in diverse infrastrutture, da qui l’innovazione della «retail datafication» permette di sfruttare questo potenziale unendo i dati in un unico agglomerato.

2. Camerini virtuali

Indossare vestiti e accessori direttamente da casa. Tramite delle applicazioni i retailer offrono ai clienti la possibilità di «provare» virtualmente i capi.

Caso Walmart

La piattaforma ha lanciato la tecnologia «Be Your Own Model» che permette agli utenti di «indossare» un prodotto, utilizzando sé stessi come modelli, caricando una propria foto. Un’esperienza di acquisto coinvolgente e personalizzata.

La tecnologia «Be Your Own Model» di Walmart
La tecnologia «Be Your Own Model» di Walmart

3. Logistica circolare

Coprire tutto il ciclo di vita di un prodotto. La costruzione di catene di approvvigionamento più sostenibili è la priorità. È necessario costruire un circuito logistico che copra ogni fase del ciclo di vita del prodotto, dalla raccolta dei rifiuti alla gestione degli imballi fino alla riduzione del trasporto, che sia tracciabile per una migliore gestione e trasparente nell'intera filiera.

4. Micro-influencer studios

Trasformare i negozi in studi per content creator. Per una giornata i punti vendita sono «visitabili» tramite social, dove i prodotti si possono conoscere con un commesso digitale occasionale, il micro-influencer (1.000-20.000 follower). Un’occasione per i retailer di unire online e offline, dando al contempo maggiore visibilità ai capi.

5. Innovative payments

Integrazione dei flussi di pagamento, con il gestionale Erp dell’azienda. Questo permette di avere non solo un maggiore controllo delle transazioni, con la possibilità di accettare forme di pagamento e circuiti differenti, ma anche una migliore raccolta dati sulle abitudini del consumatore.

6. Verticalizzazione

Temporary boutique, pop up store e negozi monomarca. Personalizzazione e verticalizzazione dei negozi, anche con aperture che possono durare pochi giorni.

Caso Jacquemus

Ne è un esempio la maison francesce fondata da Simon Porte Jacquemus, che a febbraio di quest’anno, in occasione della Fashion Week, ha lanciato «Jacquemus 24/24», il pop-up store operativo dalle 9 del 25 febbraio a mezzanotte del 27 febbraio.

7. Customer engagement touchpoint

Gartner prevede che entro il 2023 il 40% dei comportamenti individuali saranno tracciati attraversi sistemi di «Internet of behaviour». Per questo il Customer Engagement Hub (Ceh), la struttura architettonica che collega tutti i reparti della filiera del retail insieme per coinvolgere in modo ottimale il cliente, sarà implementato con tecnologie cloud e data driven per fornire analisi predittive e trend di vendita.

8. Near field communication

Fornire informazioni. Utili sia all’utente, prima dell’acquisto, sia al retailer, per fornire indicazioni sul modo il compratore interagisce con l’oggetto in fase di post-vendita.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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