Nuove strategie e un capannone condiviso: così l’azienda cresce
Ci sono storie aziendali che quando le scopri ti fanno capire perché il Bresciano è e sarà terra di grandi imprese. Una grandezza che si misura non solamente con i dati economici o con il numero di addetti ma con parametri più immateriali eppure più profondi.
Per cogliere ciò basta guardare il coraggio e la visione di Roberta Gelmi, amministratore della Gbz di Sonico. Piccola azienda camuna specializzata in ricambi per l’industria di precisione, la Gbz si è trovata davanti ad un bivio, continuare a lavorare come sempre ha fatto, seguendo la storica linea dettata dal padre di Roberta e fondatore Gianluigi, oppure cambiare. Inutile dire, sebbene non scontato, che la strada intrapresa è stata la seconda.
«Ci siamo però resi conto che una trasformazione di questa portata non potevamo affrontarla da soli - racconta Roberta -. Grazie ad un articolo del Giornale di Brescia abbiamo conosciuto la Becom e subito ci siamo messi in contatto con loro». L’azienda di consulenza strategica guidata da Alfredo Rabaiotti ha, nel corso di solo un anno e mezzo (il primo incontro conoscitivo è datato fine 2018), aiutato la Gbz a mutare da impresa artigianale a industria, «un percorso non semplice ma facilitato da un elemento - spiega il ceo di Becom -, cioè la precisa volontà di andare fino in fondo».
Innanzitutto la società di Sonico ha dovuto concretizzare il passaggio generazionale tra Gianluigi e Roberta, «portando a mio padre dati oggettivi e vicinanza emotiva per convincerlo a cambiare paradigma» racconta l’imprenditrice. Il secondo step, affiancati dal tema Fabbrica strategica di Becom, è stato quello dell’analisi di tutti i flussi aziendali (produttivi, qualitativi, contabili e amministrativi) con conseguente implementazione di un sistema informatico gestionale. Una volta gettate le basi, in un periodo complicato come quello pandemico, è stato così possibile fare il salto da artigianato ad industria.
«Fino a due anni fa in azienda facevo di tutto, dalla magazziniera alla contabile - spiega la titolare della Gbz -. Becom mi ha messo davanti però ad un interrogativo. Volevo continuare ad essere un’operativa oppure desideravo diventare un’imprenditrice a tutti gli effetti?». Questa seconda strada si è concretizzata in primis tramite l’assunzione di due figure chiave in un contesto aziendale complesso, il cfo e il responsabile della qualità, persone provenienti da importanti realtà societarie e che hanno proiettato l’azienda di Sonico in un altro orizzonte, dove le scelte si basano sui dati e non sulle sensazioni e dove ciascun componente del team concorre a sviluppare il business. Ma la «campagna» di assunzioni non si è fermata qui. Oltre ad una persona dedicata al back office e ad un tornitore nella famiglia Gbz sono entrati altri due operatori, portando in piena pandemia gli effetti da 10 a 16. «Queste due persone però non lavorano a Sonico ma a San Zeno - sottolinea Gelmi anticipando l’ultima grande novità della sua azienda -. Da ottobre siamo infatti presenti alle porte di Brescia con una nostra divisione, affittando spazi produttivi che un’altra azienda aveva bisogno di condividere. Ciò ha semplificato molte operazioni, soprattutto dal punto di vista logistico, oltre a rappresentare un vantaggio in termini economici e di impatto ambientale».
Un passo in avanti verso una dimensione aziendale diversa che però lascia immutata la natura intrinseca della Gbz. «Siamo una famiglia - conferma la titolare spiegando anche la nuova brand identity sviluppata da Becom -, e come tale vogliamo crescere».
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